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Il ricambio generazionale di cui parlava il nostro Ing Bernardelle in DopoGP (“sono i giovani piloti che con una guida moderna sfruttano le caratteristiche delle Michelin”) è confermato dai numeri: Pecco Bagnaia è il settimo nuovo vincitore dell’ultimo biennio. Il piemontese segue Quartararo, Binder, Oliveira, Morbidelli, Mir e Martin. Non capitava dagli anni Settanta.
Il primo successo in MotoGP di Pecco -che a ventiquattro anni è il ventiquattresimo pilota italiano vincente in top class- è pieno di significati: rappresenta la 250esima vittoria per l’Italia nella massima cilindrata, la Spagna è seconda a quota 177. Per la Ducati il successo nel GP di Aragon rende il bilancio completamente rotondo: cinquantesima pole e cinquantacinquesima vittoria. E ancora, Bagnaia è il decimo vincitore con la rossa in MotoGP dall’inizio dell’impegno di Borgo Panigale nel 2003. Ecco chi sono i nove che lo hanno preceduto fino a formare la top ten.
LORIS CAPIROSSI, 2003 Catalunya
All’esordio con le 1000 e le Michelin, la Desmosedici di Filippo Preziosi fece subito faville. Sul podio fin dalla prima gara a Suzuka, in pole dal terzo GP a Jerez, dopo il secondo posto al Mugello Capirex vinse a Barcellona il 15 giugno, staccando Rossi e Gibernau con le Honda. Altre vittorie non arrivarono quell’anno per Loris, allora trentenne, che concluse la stagione al quarto posto dietro a Rossi campione, Gibernau e Biaggi. Dopo il 2004 molto negativo, Ducati passò alle Bridegestone e Capirossi vinse ancora sei volte: due nel 2005, tre nel 2006, una nel 2007.
TROY BAYLISS, 2006 Valencia
Clamorosa fu la vittoria dell’allora trentasettenne Troy Bayliss a Valencia. L’australiano aveva appena conquistato con la Ducati 999 il titolo SBK (il secondo dei suoi tre) e chiese di sostituire l’infortunato Gibernau nell’ultimo GP della stagione. In MotoGP Troy aveva già disputato tre stagioni senza svettare (seppur con quattro podi), ed era alla prima esperienza con la Bridgestone. Pole di Rossi, secondo tempo di Bayliss davanti a Capirex, scatto eccellente e via: lui fece tutta la gara da solo al comando, irraggiungibile anche per il compagno di squadra che chiuse secondo a 1”3. Vittoria mitica, 29 ottobre 2006.
CASEY STONER, 2007 Qatar
La combinazione tra il nuovo supermotore Ducati 800, le gomme Bridgestone e la classe di Stoner fu esplosiva fin dalla prima uscita, a Doha il 10 marzo. Casey vinse di forza davanti a Valentino (che partiva dalla pole) e a Pedrosa, e dopo la battuta d’arresto nella successiva gara di Jerez inanellò una serie impressionante di successi. Dieci vittorie, dominio netto, titolo mondiale per l’australiano che allora non era ancora ventiduenne. Nelle successive tre stagioni con la rossa Stoner avrebbe vinto ancora tredici volte: a calare, sei successi nel 2008, quattro l’anno dopo, tre l’ultima stagione del 2010 prima di passare alla Honda e vincere il titolo del 2011.
ANDREA IANNONE, 2016 Austria
Fu troppo lungo il digiuno per la Ducati del dopo Stoner: superato il disastroso biennio con Valentino Rossi, il successo arrivò soltanto il 14 agosto, grazie ad Andrea Iannone nel GP d’Austria. Sul circuito dello Spielberg l’abruzzese regolò nell’ordine Dovizioso, Lorenzo, Rossi e Marquez. Una grande vittoria per l’allora ventisettenne Iannone, che erra già salito due volte sul terzo gradino del podio, chiuse la stagione al nono posto e successivamente passò alla Suzuki e nel 2019 sarebbe salito sull’Aprilia e poi fermato dalla discussa sentenza della Wada.
ANDREA DOVIZIOSO, 2016 Malesia
Con un ritardo di soli due mesi rispetto al compagno di squadra, anche Dovizioso sarebbe arrivato al successo in quel 2016. La nuova gestione tecnica di Gigi Dall’Igna stava cambiando radicalmente i bilanci sportivi delle rosse. La prima vittoria di Andrea arrivò in Malesia il 30 ottobre: a Sepang si disputava la penultima prova stagionale e il forlivese, trent’anni allora, mise dietro con distacchi pesanti le due Yamaha di Rossi e Lorenzo, oltre alla coppia delle Ducati di Barbera e Baz, fuori Iannone che dopo l’infortunio al San Marino aveva saltato quattro GP. Dovi avrebbe vinto ancora tredici volte con la Ducati, concludendo tre volte la stagione da vice campione del mondo. Sei vittorie per lui nel 2017, quattro l’anno dopo, due nel 2019 e una nel 2020.
JORGE LORENZO, 2018 Italia
Dopo una stagione 2017 molto deludente, chiusa al settimo posto, Jorge Lorenzo svoltò improvvisamente in coincidenza con l’annuncio della rottura con la Ducati. Bizzarro, dopo aver raccolto solo sedici punti in cinque gare, il 3 giugno al Mugello il maiorchino, allora trentunenne, conquistò la prima delle sue tre vittorie con la rossa: segnato il secondo tempo in qualifica dietro a Rossi (Dovi settimo), trionfò rifilando distacchi pesanti a Dovizioso e a Valentino saliti con lui sul podio. Il cinque volte campione del mondo replicò poi immediatamente dopo a Barcellona e vinse ancora in Austria. Concluse la stagione al nono posto e quindi passò alla Honda.
DANILO PETRUCCI, 2019 Mugello
Passato dal team Pramac al team interno, Petrux conquistò a sorpresa il suo unico successo di quel 2019 nel GP d’Italia al Mugello, il 2 giugno, precedendo di un soffio Marc Marquez (43 millesimi) e il compagno di marca Dovizioso. Il sorpasso alla San Donato, inizio dell’ultimo giro, resta uno dei più spettacolari: tre piloti affiancati e il più interno che sfila e passa. L’allora ventinovenne Danilo, che costruì il successo con ottime qualifiche e una partenza in prima fila, successivamente tornò ai piazzamenti di centro classifica e chiuse la stagione al sesto posto; sarebbe tornato alla vittoria l’anno dopo nel GP di Francia a Le Mans.
JACK MILLER, 2021 Jerez
Questa è storia molto recente. Il 2 maggio di quest’anno, nel quarto GP di Spagna a Jerez, i due piloti ufficiali della Ducati dominarono: Jack Miller davanti a Pecco Bagnaia e poi al terzo posto Morbidelli. Il ventiseienne pilota australiano aveva vinto una volta sola, in MotoGP, con la Honda ad Assen nel lontano 2016; poi tanti podi, eppure con la Desmosedici è stato capace di replicare subito dopo a Le Mans regolando Zarco, Quartararo e Bagnaia in condizioni molto difficili e confermando le sue grandi qualità sulla pista bagnata. Al momento Miller è quinto in classifica, a 85 punti dalla vetta.
JORGE MARTIN, 2021 Styria
Il giovane rookie del team Pramac, ventitrè anni soltanto, ha conquistato il suo primo Gran Premio della MotoGP domenica 8 agosto, nel primo dei due appuntamenti allo Spielberg, davanti a Mir e Quartararo. In qualifica Jorge Martin aveva segnato il miglior tempo e scattava dalla pole di fianco a Bagnaia. Da notare che il madrileno aveva già collezionato otto successi in Moto3 e due nella categoria media, ma pochi pensavano che alla 1000 si sarebbe adattato in tempi così rapidi, soprattutto dopo aver patito un grave infortunio in Portogallo e aver saltato quattro GP.
PECCO BAGNAIA, 2021 Aragon
Dopo tanti nomi, molti dei quali vicini al mito, il decimo pilota Ducati a vincere in MotoGP è Pecco Bagnaia, ventiquattro anni, piemontese alla terza stagione con le rosse dopo aver conquistato il titolo della Moto2 nel 2018. Già molto vicino al successo in diverse occasioni fin dallo scorso anno, fermato spesso più dalla sfortuna che dai propri errori, Pecco ha impiegato più tempo di Martin a prendere le misure alla Ducati, ma ora appare davvero maturo e la sua guida perfettamente adeguata alla moto e alle gomme. Ad Aragon sabato 11 settembre scorso ha centrato una pole record (366 millesimi su Miller); in gara domenica 12 ha tenuto dietro Marc Marquez con la precisione e la freddezza di un Dovi. Vittoria di classe, la sua prima con la Ducati e la quarta dell’anno per le rosse.