MotoGP. La nuova Aprilia va forte, ma quanto pesa l’assenza di Iannone?

In questa fase di contatto con la nuova RS-GP, Andrea doveva essere il pilota di punta , con le sue esperienze su moto diverse. Lo assicurava lo stesso Albesiano. Invece è rimasto in Europa per difendersi da un’accusa che, secondo i suoi avvocati, sarebbe condotta con superficialità
7 febbraio 2020

A Sepang la nuova Aprilia sembra andar forte e la soddisfazione di Aleix Espargaro in chiusura del quarto giorno di test - tre giornate di shakedown, per lui, e finalmente il confronto con gli altri piloti ufficiali - trasmette ottimismo sia nel box sia a Noale. Ma l’assenza di Andrea Iannone rischia di pesare sui tempi e sulla qualità della messa a punto e questo è uno sgradito contrattempo.

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Secondo Aleix, la RS-GP è migliorata soprattutto nella guida, in agilità e stabilità, mentre il nuovo motore a V di 90° rappresenta certamente un passo avanti e si è dimostrato affidabile, anche se al momento resta lontano da Honda e da Ducati specialmente in accelerazione.

In poco più di due mesi, dice lo spagnolo, a Noale hanno fatto una gran rivoluzione. Se pensiamo che l’aerodinamica è stata verificata in galleria del vento solo tre giorni prima dei test, allora si capisce bene quanto sia stato valido il lavoro di progettazione e simulazione.

Però, appunto, Iannone non è disponibile e in questa fase poteva essere utilissimo. Lo dichiarava apertamente Romano Albesiano nel nostro DopoGP Speciale girato in Aprilia Racing: per lo sviluppo è Iannone la pedina più importante, perché ha una grande e fresca esperienza su moto molto diverse e anche perché ha voglia di dimostrare le sue qualità. Espargaro, da anni sulla moto italiana, tende ad adeguarsi a quel che c’è.

Peccato: la sospensione per doping e la comparizione a Ginevra per la prima udienza hanno tenuto lontano Iannone dai giochi che contano.

Per conoscere gli sviluppi occorre attendere martedì 11 febbraio, quando il procuratore federale farà conoscere le sue controdeduzioni agli argomenti della difesa, e lo staff di Andrea avrà cinque giorni lavorativi per replicare. A quel punto il pallino tornerà alla giuria FIM, che potrà decidere se convocare una seconda udienza o procedere direttamente alla pronuncia del giudizio. Alla quale l’italiano potrà eventualmente appellarsi presso il TAS di Losanna.

Prove "schiaccianti"

L’avvocato di Andrea, Antonio De Rensis, ha rivelato al Corriere della Sera alcuni dettagli sconcertanti. Sembrerebbe che il pubblico ministero della FIM, il legale ceco Jan Stovicek (vice presidente FIM), si sia presentato senza periti o consulenti, e abbia tentato di dimostrare l’assunzione dello steroide semplicemente “mostrando una ventina di fotografie di Iannone in mutande, e assicurando che le immagini dimostravano chiaramente l’assunzione del drostanolone a scopi estetici”.

Quando gli avvocati italiani hanno presentato le accurate perizie sul capello, che per loro scagionano completamente il pilota, Stovicek avrebbe anche tentato di respingere la prova come inammissibile, smentito tuttavia dalla giuria.

In conclusione, i difensori di Andrea Iannone sembrano temere che l’accusa proceda con una certa superficialità, e questo ovviamente è vissuto con preoccupazione anche in Aprilia.

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