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La "patente a punti", come l'ha spiritosamente ribattezzata qualcuno, non è l'unica vera novità introdotta dalle modifiche regolamentari deliberate ieri dalla GP Commission. A voler essere maligni, anzi, proprio il sistema a punti appare poco più che un proforma a titolo di contentino per chi accusa gli organizzatori di usare due pesi e due misure nella valutazione delle infrazioni da parte di piloti più o meno amati. La discrezionalità nell'assegnazione dei punti di penalizzazione (ovvero il non aver quantificato con precisione quanto "pesi" ogni infrazione), siamo pronti a scommetterlo, offrirà ampi spunti di polemica.
Guardandola in positivo possiamo scherzare sul fatto che il pilota più chiacchierato del momento, in termini di eccessi di agonismo in pista, sia Marquez. Viste le rimonte in cui si è esibito a Valencia e Motegi, le partenze dal fondo della griglia o dalla corsia box in cui incapperebbe in caso raggiungesse quattro o sette punti di penalizzazione potrebbero vivacizzare gare della MotoGP in disperato bisogno di spettacolo ed incertezza.
Viste le rimonte in cui si è esibito Marquez a Valencia e Motegi, le partenze dal fondo della griglia o dalla corsia box in cui incapperebbe potrebbero vivacizzare le gare
Tornando seri, vale la pena di sottolineare come due norme - una sportiva, in vigore già dal prossimo anno, e una tecnica, che arriverà nel 2014 - dovrebbero risolvere, o provare a farlo, altrettanti problemi che affliggono la MotoGP. Il primo è quello di prove libere disputate sul bagnato e disertate da tutti i piloti ufficiali, il secondo nasce dall'annosa questione della visibilità di bandiere e comunicazioni di sanzioni da parte della direzione gara.
I venerdì di pioggia ci hanno abituato allo spettacolo (si fa per dire...) del vedere in pista le sole CRT, che in una stagione di motori ne possono cambiare 12 ma soprattutto approfittano della visibilità garantita dall'essere le uniche a girare. Un disastro tanto per i diritti TV quanto per l'immagine, per non parlare dei poveri spettatori seduti in tribuna già dal primo giorno nella prevedibile speranza di veder girare - senza nulla togliere agli altri - i top rider.
Ora è necessario ottenere un tempo inferiore al 107% del miglior tempo in una delle quattro sessioni di libere per poter accedere alle qualifiche. La cosa forse non basterà ad obbligare i piloti a scendere in pista al venerdì (a meno che le previsioni per il giorno dopo non siano catastrofiche), ma dovrebbe convincere quasi tutti a fare qualche giro tirato almeno al pomeriggio per evitare di restare con il cerino in mano sabato mattina.
Le uniche eccezioni concesse, infatti, saranno per i sostituti che verranno "sparati in sella" ad una qualche MotoGP priva del titolare. Ammesso e non concesso, certo, che una massiccia non ammissione dei piloti della MotoGP alle qualifiche di un GP non spinga la Dorna a concedere ulteriori deroghe (e a perdere la faccia...)
La seconda modifica di cui parliamo, stavolta al regolamento tecnico, diventerà obbligatoria solo nel 2014 ma porrà auspicabilmente finalmente fine a situazioni in cui i piloti non vedevano (o facevano finta di non vedere) bandiere o segnalazioni sul traguardo da parte dei box o della direzione gara.
I nuovi transponder, che verranno forniti già a partire da quest'anno, saranno in grado di mostrare sulla strumentazione delle moto informazioni aggiuntive e segnalazioni al pilota, fra cui le bandiere esposte. Il che significa che già dal 2013 chi vorrà potrà adottare cruscotti compatibili, e che nel 2014 non ci saranno più scuse. Che reggano, intendiamo...