Motoys MP01

Motoys MP01
Nata dalla passione che unisce due amici conosciutisi durante il World Ducati Week, la Motoys MP01 rappresenta una personalizzazione elaborata di una Monster S2 R 1000 che fa dell'artigianalità e della compattezza i propri punti di forza
28 novembre 2011


Nata quasi per scherzo – come dicono loro - grazie alla passione di due amici conosciutisi durante il World Ducati Week, la Motoys MP01
  rappresenta l’esclusiva interpretazione di  Alessandro Pelosio e Andrea Marfia di una Ducati Monster S2 R 1000 che fa da base a questa special.

Realizzata nell’arco di un solo mese, la Motoys MP01 trova nella leggerezza e nella compattezza dimensionale i propri punti di forza. Spartana e minimalista, ma al contempo curata e ben rifinita, questa special su base Ducati si rivolge a chi nella moto cerca il massimo piacere di guida senza però rinunciare alla personalità grazie ad un prodotto artigianale ed esclusivo.

«Scarico al di sotto del basamento e codino rastrematissimo sono gli elementi peculiari di questa elaborazionea cui è stato tagliato il telaio nella sezione di coda, che è poi stata ricostruita e alzata di circa 10 cm per ottenere un codino spiovente all’insù.»

«
Riprogettati gli attacchi di codino e serbatoio, quest’ultimo dotato di sezione trasparente per il controllo del livello del carburante, mentre alcuni particolari in fibra di carbonio sono stati realizzati a mano. Due filtri esterni a cono prendono invece il posto dell’airbox. La strumentazione è divenuta completamente digitale e la sella (con supporto in carbonio), presenta le cuciture arancioni a vista oltre al logo Motoys.»

«La frizione è di tipo antisaltellamento a vista Ducati Performance, così come di provenienza Ducati è anche la pompa della benzina mutuata dalla 999, mentre lo scarico, basso a doppia uscita, è completo ed omologato.»

Parliamo di ciclistica, che modifiche ha subito questa Monster per divenire la special che vediamo ora?
«L’impianto frenante ha guadagnato i dischi a margherita della Braking, catena corona e pignone sono invece stati sostituiti con componenti aftermarket dalla diversa rapportatura. Tutta nuova anche la sospensione posteriore, che guadagna un monoammortizzatore con regolazione separata dell’idraulica, mentre i foderi  della forcella (la cui taratura ha subito delle modifiche) sono stati anodizzati, donando agli stessi quel caratteristico colore nero. I cerchi, forgiati e in alluminio, sono invece “griffati” OZ e appositamente realizzati in una colorazione non a catalogo.»

«L’avantreno, ricco di particolari in ergal e ricavati dal pieno, ha inoltre guadagnato una piastra di sterzo della Rizoma, che ha fornito anche semimanubri, manopole, tappo del serbatoio, pompa del freno e della frizione, pedane, proguard, specchietti e indicatori di direzione, oltre a leveraggi e porta targa snodato vincolato al forcellone, di cui gli ultimi due gentilmente forniti in esclusiva e non ancora commercializzati.»

Davvero minimalista il faro. Che modifiche ha subito?
«Il gruppo ottico anteriore (con tanto di piastra di supporto ricostruita) è stato sostituito con un altro in commercio e dotato di una cover in tinta con la carrozzeria, esattamente come il puntale realizzato in fibra di carbonio.»

Una special come questa richiede tantissimo lavoro, anche dal punto di vista grafico. Potete parlarci della colorazione?
«Tutta la moto è stata completamente smontata per essere sabbiata e riverniciata: serbatoio e codino sono stati realizzati in carrozzeria, mentre telaio, forcellone,  pinze anteriori e parte del motore, sono stati riverniciati a polvere elettrostatica.»

Avete incontrato particolari difficoltà nel realizzare questa moto? Siete intervenuti anche sul propulsore?
«La parte più ardua di questa preparazione è stata certamente l’impianto elettrico, che è stato profondamente rivisto in quanto i cablaggi sono stati tutti “nascosti” e modificati per ottenere un telaio privo di fascette. Nuova di pacca anche la batteria, ora più piccola e ricollocata all’interno della moto per adeguarsi alla nuova componentistica. Il motore non ha al momento subito modifiche, anche se vorremmo arrivare a 100 CV tondi (non di più, per mantenere una buona guidabilità), pertanto stavamo considerando alcuni piccoli interventi, ma pensiamo che una corretta mappatura della centralina possa fare da sola quanto necessario.»

Parliamo di prezzi, a quanto verrà messa in vendita questa moto e cosa significa il suo nome?
«Noi vorremmo commercializzarla a circa 20.000 Euro, mentre il nome Motoys (letteralmente moto/giocattolo) ci è venuto in mente in quanto noi motociclisti, alla fine, siamo tutti un po’ bambini!»


Alessandro Colombo

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