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Gli autovelox, i dispositivi che "sfornano" la maggior parte delle contravvenzioni per il mancato rispetto del codice della strada, sono ora sotto la lente d'ingrandimento.
Il ministro Matteo Salvini insieme ai consumatori e Simone Baldelli, che negli anni di attività parlamentare come presidente della commissione consumatori ha portato avanti la sua crociata contro gli autovelox, durante il question time alla Camera si è esposto sulla questione degli autovelox destinati a fare cassa. Attualmente questi strumenti, che attenzione, sono effettivamente utili per migliorare la sicurezza stradale, garantiscono entrate non indifferenti alle casse comunali: ben 46,9 milioni nel 2021.
Noi di Moto.it abbiamo coinvolto la Polizia Locale di Brescia per fare chiarimento sulla questione Autovelox arancioni. Se volete saperne di più trovate qui sotto il video
Il ministro Salvini sulla faccenda: "Condivido la necessità della regolamentazione sulla collocazione degli autovelox, per evitare gli usi impropri, visto che in alcuni casi vengono usati solo per fare cassa. E lo dico forte della lotta per la sicurezza sulle strade". "Bisogna trovare il modo - aggiunge - di avere bilanci più sani senza pesare sulle tasche degli automobilisti e dei motociclisti".
Poi il ministro ricorda che è al lavoro per realizzare il nuovo codice della strada che anche su questo interverrà. "Il decreto interministeriale - dice Salvini - lo scorso ottobre è stato esaminato dalla Stato-Regioni e ora i tecnici del ministero delle infrastrutture e dell'interno stanno valutando gli adeguamenti alle richieste che arrivano dai comuni". D'accordo con Salvini anche Andrea Caroppo di FI che evidenzia come in Italia si registri "il numero maggiore di autovelox: il doppio della Germania e il triplo della Francia". Bene anche per le associazioni dei consumatori: "La velocità eccessiva continua a produrre morti e feriti sulle nostre strade, e in tal senso gli autovelox, se installati correttamente e nel rispetto delle leggi, possono contribuire a salvare vite umane" afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.
Spesso e volentieri però l'utilizzo di questi dispositivi non ha niente a che vedere con la sicurezza stradale. L'associazione ricorda i dati: "Solo nel 2021, gli autovelox, nelle principali 21 città italiane, hanno generato incassi per 46,9 milioni di euro.
Di quei 46,9 milioni di euro ben 12,9 milioni provengono solamente dalla città di Milano, la città italiana dove gli autovelox producono più cassa. Quello che lascia un po' di stucco è l'enorme differenza tra Milano, primatista, e Genova che conta "solamente" meno della metà degli incassi del capoluogo lombardo: 6,2 milioni di euro. Al terzo posto Torino, con 5 milioni di euro di incasso.
Non mancano comunque i casi limite come un piccolo comune delle Dolomiti, Colle Santa Lucia - Belluno - che ha incassato grazie all'autovelox l'assurda cifra di 552mila euro in un anno, nonostante conti solamente di 360 abitanti. Massimiliano Dona, presidente di Unc ricorda le proposte già inoltrate. Tra queste: "Sugli autovelox fissi chiediamo da anni che siano i Prefetti a fissare i limiti di velocità" e basta con "la postazione di controllo, troppo spesso piazzata in modo nascosto subito dopo una curva e non correttamente segnalato e visibile come prevede