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La MV Agusta celebra in questi giorni gli ottant’anni dalla nascita del suo primo motore, il 98. Fu nell’agosto del 1943 infatti, nel pieno del secondo conflitto mondiale, che in fabbrica si vide il prototipo di un monocilindrico due tempi, quello che avrebbe equipaggiato due anni dopo la prima motocicletta MV.
Erano tempi difficili e il conte Domenico Agusta, figlio del fondatore Giovanni, aveva già capito che la guerra si sarebbe perduta. Allora la “Costruzioni Meccaniche Giovani Agusta” era impegnata nella costruzione degli aerei e nella manutenzione dei velivoli militari, era tecnologicamente avanzata, ma in caso di sconfitta il futuro si annunciava fallimentare e occorreva pensare a una svolta. Un’auto? Una moto? Venne deciso di avviare il progetto di una motocicletta semplice e popolare, di piccola cilindrata. Iniziando dal motore.
Nel settembre dello stesso anno l’esercito tedesco occupò lo stabilimento: fortunatamente i modelli in legno e i disegni del primo motore 98 erano stati nascosti nelle case e negli scantinati dei tecnici e degli ingegneri più fidati per sottrarli ad eventuali saccheggi. Il 98 era un monocilindrico a due tempi economico, destinato a una produzione su larga scala: distribuzione a tre luci, la trasmissione primaria ad ingranagi, la frizione e il cambio in blocco con lubrificazione “a grasso”
Il lavoro venne ripreso soltanto alla metà dell’anno seguente, il 1944. E nell’anno successivo vide la luce la prima motocicletta marchiata MV (Meccanica Verghera): la MV 98 appunto. Che avrebbe dovuto chiamarsi Vespa, lo annunciarono le cronache del tempo, ma poi non se ne fece nulla, forse per evitare dispute legali: una Miller Balsamo del 1933 già si chiamava Vespa, mentre la Vespa della Piaggio sarebbe arrivata dopo.
MV, nel comunicato con cui celebra l’anniversario, tiene a sottolineare che il questo primo motore 98 - il cui progetto venne ultimato appena prima dell’invasione ottanta anni fa- rappresenta “il punto d’inizio di una gloriosa storia di passione, successi, prestazioni e stile. 98 cc soltanto sono bastati per accendere il fuoco di una passione che, in ottanta anni, ha portato il vero Made in Italy sul tetto del mondo più volte di chiunque altro, ha regalato pezzi d’arte sotto forma di moto e ha fatto sognare generazioni di amanti del design, della meccanica e della bellezza”.