MZ ed MV. Acque agitate

L‘azienda tedesca rischia di chiudere a fine anno. A quella italiana, indebitata per 200 milioni di Euro, guarda con interesse l’americana Harley Davidson
12 giugno 2008


In comune hanno il nome a due lettere e il dissesto finanziario che potrebbe però portare a scenari molto diversi tra loro. Parliamo di MZ ed MV, due storici marchi della vecchia Europa che attraversano acque burrascose.

Indiani o Americani?
Le voci di un interessamento degli Indiani al gruppo MV Agusta si fanno sempre meno insistenti.
Tata
- il colosso dell'auto che ha recentemente rilevato Jaguar e Land Rover - sta cedendo il posto ad Harley Davidson.
La società di Milwaukee starebbe infatti trattando con gli istituti di credito italiani l'acquisizione dell'80% del capitale di MV Agusta.
La situazione del Gruppo Cagiva non è rosea, stante un indebitamento complessivo che sfiora i 200 milioni di Euro (a 130 milioni ammonterebbe l'esposizione verso le banche, a 70 quella verso i fornitori).
Indebitamento che inevitabilmente ricadrà sul nuovo compratore americano, apparso di recente interessato ai marchi europei.
Motorcyclenews riferisce di un interessamento di Harley Davidson verso Ducati prima e Triumph poi. Le voci relative alla cessione di queste aziende sono state però smentite dai diretti interessati.
Gli americani avrebbero quindi puntato il mirino verso il Gruppo Cagiva guidato da Claudio Castiglioni (a cui resterebbe una quota di capitale pari al 15-20%, a fronte dell'attuale 29,6%).

Corsi e ricorsi
La storia di Harley Davidson e quella di Cagiva sono legate da un doppio filo. Nel 1960 la casa di Milwaukee diede vita a una joint venture con Aermacchi, andando a vincere diversi gran premi con le moto italiane marchiate H-D.
La collaborazione proseguì sino al 1978, anno in cui dalle ceneri di AMF-Harley-Davidson nacque la Cagiva che tutti conosciamo.
30 anni più tardi l'accento yankee farebbe nuovamente capolino a Varese.
I nuovi progetti (Brutale, F5 e la strepitosa F3) ci sono e, come anticipato a Moto.it da Massimo Tamburini, sono già in una fase avanzata di sviluppo.
Ora sta agli Americani crederci oppure no.

In Germania resterà solo BMW
Un altro storico marchio europeo ha le speranze di rilancio ridotte al lumicino. Ci riferiamo alla tedesca MZ, che chiuderà i battenti a fine 2008.
La MZ, casa costruttrice dell'ex-DDR con stabilimento nella storica Zschopau, è il marchio motociclistico tedesco più famoso dopo BMW.

La produzione MZ si è sempre fortemente distinta da quella bavarese. La prima produceva moto spartane, di chiara impostazione "russa" (lo stile era quello della Trabant per intenderci), mentre BMW guardava al ricco mercato occidentale con mezzi raffinati e costosi.
Nel 1989, con la caduta del muro di Berlino, MZ viene travolta dal libero mercato e dalle competitività delle aziende della ricca Europa. La tengono in vita i fondi stanziati dal Governo della Sassonia.
Questo fino al 1996, anno di subentro nella proprietà della società malese Hong Leon.
Arrivano vagonate di miliardi, la partecipazione al Motomondiale nella Classe 500 e, ovviamente, nuovi modelli (Baghira, RT 125, 1000S).
Le linee audaci sposano meccaniche nate vecchie, che nulla possono contro la migliore produzione giapponese ed europea.
Il resto è cronaca dei giorni nostri. Se non si farà avanti un nuovo investitore, i 40 lavoratori della MZ saranno messi in mobilità.


Andrea Perfetti

 

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