Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Ciao a tutti! E grazie, per cominciare, a tutti quei lettori affezionati che mi vorrebbero vedere in tivù nel dopogara della MotoGP. Devo chiarire, mi ci ritroverete più avanti e non ci sono segreti. E’ andata così: impostando la doppia stagione 2013, SBK e MotoGP, Mediaset mi ha chiesto di tornare sui circuiti ed io ho rifiutato, non ce la faccio a stare fuori dall’Italia sessanta o settanta giorni l’anno, ho una bella serie di impegni qui; così, oltre alle prove delle nuove moto che vanno in onda su Italia 1 fin dal 1985, mi tengo il ruolo di opinionista quando Fuorigiri è in Italia. Mi rivedrete a Monza, al Mugello, Imola e Misano, e tutte le volte che il dopo-gara sarà realizzato in casa.
Domenica prossima, per cominciare, sarò alla 200 Miglia di Imola sia per Moto.it sia per Mediaset, e curerò uno speciale che andrà in onda su Italia 2 pochi giorni dopo. Ecco una bellissima occasione per vivere la moto, chi ha la passione dentro non può mancare a un appuntamento così ricco di personaggi e moto storiche. Si festeggiano i sessant’anni del circuito, ci saranno tanti dei piloti che hanno fatto la storia del motociclismo, e il bello di queste manifestazioni è che i nostri eroi sono a diretto contatto con il pubblico, pronti alla fotografia ma soprattutto a chiacchierare senza stancarsi mai, come si fa tra amici.
Qualche volta il motociclismo di oggi ci pare troppo freddo e professionale
Tre giornate così -ma anche soltanto una, se dovrete limitarvi alla domenica- sono benzina per la nostra passione e lasciano il segno. Se riuscite ad immaginare la musica delle moto da corsa a due e quattro tempi che girano in pista, la nebbiolina degli scarichi, i profumi nell’aria e l’eccitazione del pubblico, vi sarà facile capire quanto sia speciale l’occasione di conoscere direttamente i piloti più famosi.
E mi viene da fare una riflessione. Qualche volta il motociclismo di oggi ci pare troppo freddo e professionale. E certi piloti ci sembrano divi che se la tirano. Ma anche trenta o quarant’anni fa era più o meno la stessa cosa, e uno come Agostini, che faceva pure i film e i fotoromanzi, non circolava liberamente tra la gente, sfuggiva alle folle dei suoi fan. Me lo ricordo, letteralmente assediato in hotel a Riccione come a Spa. Voglio farvi una confidenza: Ago allora non mi piaceva, non sopportavo le sue pose, quel sorrisetto fisso, detestavo il suo atteggiamento di superiorità. Ma poi ho scoperto che era pura difesa. Me lo ha confessato lui stesso a carriera finita: vedeva tanti amici che si ammazzavano, aveva paura e cercava di non mostrarla per poterla esorcizzare. Ecco, magari anche i piloti-divi di oggi sono stressati allo stesso modo e non possono essere se stessi. Tra vent’anni li rivaluteremo. Nell’attesa, tutti a Imola a conoscere quelli che non hanno più nulla da nascondere.