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Ciao a tutti! In questi giorni d’agosto ho gironzolato in Toscana con una Honda CB650R equipaggiata con l’E-Clucth, la frizione a gestione elettronica. Non l’avevo ancora provata, questa frizione, ero curioso, ho raccontato le mie sensazioni in un paio di post sulla mia pagina Facebook.
In sintesi, trovo che sia una bella soluzione, che rende più sicura la guida senza togliere nessun piacere: sa fare bene molte cose e oltretutto la leva della frizione sul manubrio c’è, si può usare o non usare a piacere. Se volete, cercate le mie note su FB. Ma qui, nell’editoriale settimanale, vorrei andare oltre e approfondire l’aspetto del nostro approccio all’ evoluzione.
Da ragazzino, fine anni Cinquanta, mi colpì moltissimo la polemica tra “alfisti e lancisti” su Quattroruote: i primi applaudivano alla “nuova” guida a sinistra - col volante a sinistra, intendo - e i secondi si opponevano fieramente, sostenendo che col volante a destra gli automobilisti erano più sicuri. La Lancia fu l’ultima a cambiare e la tesi dei lancisti era questa: col volante a sinistra non si teneva sott’occhio il margine destro della strada e, soprattutto, ci si lanciava in sorpassi azzardati: bastava un’occhiata e via a sorpassare; invece con il volante a destra - dovendo uscire con mezza macchina solo per guardare se la strada era libera - si era necessariamente più prudenti.
Sullo stesso pendio - confondendo sicurezza e pericolo - scivolò l’atteggiamento dei vertici della Piaggio quando si ostinarono ad opporsi all’introduzione del casco obbligatorio. Nei primi anni Ottanta ormai era un obbligo dappertutto in Europa: al posto loro, per ammorbidire il passaggio epocale avrei deciso di regalare un caschetto jet, magari colorato, a chi comprava la Vespa. Macchè: presentarono invece uno studio commissionato a non so più quale politecnico, che dimostrava che il casco era “pericoloso”, perché limitava fortemente la visuale e la percezione dei rumori…
Non tutte le innovazioni tecnologiche dei nostri tempi sono così valide. E tutte le opinioni sono rispettabilissime; per esempio ci sono tanti ex-ragazzi come me che hanno poca voglia di cambiare abitudini. Ma pur da “vecchio motociclista” mi sento di incoraggiare i più restii sposando le parole di Manfredo De Paolis. Chi è? Semplicemente uno dei miei lettori su FB, che scrive: “avendo provato tante moto e abbastanza bene, dico che dal mio punto di vista l’elettronica moderna è talmente efficace e discreta che la si percepisce in maniera fastidiosa solo se si esagera. Anche ad andature ‘parecchio fuorilegge’ (sic!) le moto moderne si guidano comunque molto meglio e in maggiore sicurezza rispetto alle vecchie glorie (che terrò nel box) pur andandoci ben più forte e senza che l’elettronica guidi al posto del pilota”.
Se non ci avessimo provato (per usare una formula cara a Valentino Rossi) saremmo ancora qui a guidare con il manettino dell’anticipo, la pompetta manuale per la lubrificazione e il rubinetto della benzina ad ago che dovevi cercare alla cieca e ti distruggeva le dita. Dico solo: fidatevi degli esperti oppure, se non vi fidate, provatele direttamente per farvi un’idea, queste soluzioni innovative.