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Ciao a tutti! Ho tentato di seguire il GP virtuale sulla pista virtuale di Silverstone ma la pazienza ha un limite. Niente da ridire su chi si adopera per tener viva la passione, anzi giù il cappello di fronte all’impegno di Dorna e di Sky, ma il punto è che una volta è grandioso, due volte può andare ancora bene, ma dalla terza emerge con troppa chiarezza il limite della cosa. Nei primi anni Ottanta sono stato un recordman dei primi giochi elettronici in diversi bar di Milano, niente ho contro i game, ma la verità è in questo genere di cose si diverte soltanto chi gioca. Loro, i piloti, ancora non possono correre ed è giusto che in qualche modo si ritrovino e si sfoghino, ma per fortuna noi, nel nostro piccolo, in moto ci andiamo.
E a proposito, la settimana scorsa vi avevo chiesto come avete vissuto la prima uscita e come avete visto in azione gli altri motociclisti. Molti si sono gustati i primi chilometri di moto con la gioia di chi trova finalmente un piatto saporito dopo mesi di zuppa, ma tanti, troppi, si sono avventati sul pranzo con la foga di sempre. Numerosi lettori, lo avete visto nei commenti, hanno raccontato di ritmi eccessivi, di passaggi pericolosi, di gente che scambia la strada per una pista. Niente di nuovo, naturalmente, però colpisce un fatto: durante la quarantena fioccavano i buoni propositi e i sociologi si domandavano se ne saremmo usciti migliori. Purtroppo si poteva benissimo immaginare che dopo il lockdown avremmo ricominciato da dove eravamo rimasti, dalle stesse abitudini, buone o cattive che siano. Dispiace, ma sembra sia così.
E i dati degli incidenti, ahinoi, non ci hanno sorpreso. L’osservatorio dell’Asaps ha parlato di quattordici vittime tra i motociclisti nei due giorni del fine settimana. Chiaro, la maggior parte dei drammi sono stati provocati come possiamo capire dalla distrazione di altri conducenti, dalle svolte non segnalate e dalle precedenze ignorate; mettiamoci anche il pessimo stato delle strade e le lame dei guardrail assassini, ma la velocità e l’imprudenza di alcuni dei nostri emergono chiaramente. Mi ha colpito la morte in Veneto di un motociclista cinquantenne travolto da un cervo. Mi dispiace moltissimo, ci sentiamo tutti molto vicini a lui e alla sua famiglia, purtroppo gli animali selvatici si sono avvicinati alle strade e ai centri abitati, in questi due mesi senza traffico, e dove c’è bosco c’è pericolo. Lo sapevamo, avevamo lanciato l’allarme nelle nostre dirette, dovremo tutti memorizzare questo rischio supplementare.
Chiudo con un pensiero positivo. L’estate si avvicina e abbiamo ormai la ragionevole certezza che, sempre con le dovute attenzioni, potremo spostarci sull’intero territorio nazionale. Si potrà andare anche all’estero, in molti Paesi europei, ma io credo che finalmente ci si concentrerà soprattutto sul progetto di un viaggio o di un soggiorno in Italia. La curiosità è questa: dove andrete? Ci avete già pensato? Meta inedita o già battuta in passato? Se avrete voglia di raccontarlo nei commenti chissà: magari potreste dare una ispirazione a qualche motociclista incerto sul da farsi.