Nico Cereghini “Bagnaia e Doohan sono simili, siamo diversi noi”

Nico Cereghini “Bagnaia e Doohan sono simili, siamo diversi noi”
Pecco entra nella top ten di tutti i tempi e mi piace affiancarlo a questo e a quel campione. Trovo tante analogie tra lui e Mick Doohan, per carattere e anche per contesto. Ma perché tutti amano Doohan e Bagnaia invece non “sfonda”? Perché sono cambiati i tempi, e non in meglio
19 agosto 2024

Ciao a tutti! Durante la diretta di Zam con Carlo Canzano, domenica sera dopo il GP d’Austria, sono entrato in chat e ho buttato lì una domanda all’amico. “Oggi, con la sua venticinquesima vittoria, Pecco è nella top ten dei piloti più vittoriosi nella classe maggiore: ti ricorda qualcuno di loro?”. Pensavo a Mick Doohan e anche Canz ha fatto quel nome: “Doohan”.

A molti non va, a me invece piace fare parallelismi tra oggi e ieri. Epoche diverse, tante differenze da non trascurare, ma queste sono occasioni per raccontare il motociclismo e la sua storia.  Per arrivare alle 89 vittorie di Valentino (e alle 68 di Ago) Bagnaia dovrà “pedalare” ancora, ma in fondo ha appena cominciato: è in top class dal 2019 e ha iniziato a vincere nel 2021. Dopo aver superato Roberts e Rainey, ed eguagliato Kevin Schwantz, ora potrà raggiungere Lawson e Pedrosa a quota 31 successi.

Dunque, Canzano ed io diciamo Doohan, che in questa classifica dei più vincenti in top class è al quarto posto assoluto dietro a Marquez con 54 vittorie. Perché Doohan? Certamente per le somiglianze del carattere dei due personaggi, ma anche per il contesto. Mick è stato un pilota fortissimo e motivato, e giù dalla moto era (ed è) una persona calma, elegante, educata, corretta e sincera. Sono aggettivi ragionati, non buttati lì a caso.

Mick non ha avuto - sempre dal mio punto di vista - il carisma di un Ago o di un Hailwood (37 successi) o la creatività di uno Schwantz. Non ha nemmeno avuto le “esuberanze” di due fuoriclasse come Marc Marquez (59) o Casey Stoner (38). E’ sempre stato in perfetta armonia con il suo mondo, è equilibrato, misurato, analitico proprio come appare Pecco Bagnaia.  

Doohan ha dominato cinque stagioni, dal ‘94 al ‘98. Con un vantaggio tecnico non indifferente. Erano gli anni in cui regnava la Honda, tecnicamente davanti a tutti senza che nessuno gridasse allo scandalo. A noi, qui, andava bene se Cadalora, o la Cagiva, o Biaggi (che sul ‘98 ha molto da recriminare…) vincevano una gara ogni tanto. Che la Honda avesse le migliori GP del mondo pareva una cosa scontata. E che la prima guida avesse dei privilegi, pure. Mick aveva il meglio e non era la stessa cosa di Bagnaia: era il solo ad averlo.

Mick Doohan è amatissimo in Italia e la replica del suo casco ha tuttora un gran successo. E qui le analogie finiscono: perché Pecco Bagnaia non “scalda” così tanto le masse? Perché il dominio assoluto della Ducati non entusiasma tutti? Per avere delle vere risposte forse ci vorrebbe un sociologo, ma io azzardo ugualmente una serie di perché. Alla rinfusa.

Perché i tempi sono diversi. Perché ormai non si ragiona ma ci si schiera, che è più semplice. Perché per ottenere un po’ di visibilità si arriva a dire l’opposto di ciò che appare chiaro e addirittura di ciò che si pensa. Perché non c’è memoria e i piloti di ieri sì che erano forti mentre oggi sono tutti pippe… In una parola, perché stiamo uscendo di testa. Pazienza. Intanto Bagnaia e la Ducati vincono le gare. Gare più belle di quelle che faceva Doohan.

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