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Ciao a tutti! Il meteo è sempre bello - anche se non c’è tanto da stare allegri, perché la siccità incombe e fa paura - e aumentano le moto sulle nostre strade. E drammaticamente anche i sinistri. Guardo sulla stampa locale le troppe fotografie degli incidenti più gravi, cerco di capire quale possa essere stata la dinamica e spesso non faccio fatica: la posizione dell’auto, quella della moto a terra, un’altra svolta disattenta dell’automobilista, il dramma. Forse il motociclista andava forte, forse nemmeno quello.
Non voglio dire che vada sempre così, ma troppo spesso la causa principale è la distrazione e lo confermano tutte le statistiche. Se con l’auto vuoi svoltare a sinistra, dovresti sincerarti che nessuno sia in arrivo, dietro di te o dall’opposta direzione, com’è ovvio e come prescrive il codice della strada. Ma andiamo troppo di corsa e poi in auto non abbiamo tutta la visibilità che servirebbe: raramente ci prendiamo tutto il tempo che occorre per rallentare, guardare molto attentamente in ogni direzione, segnalare la svolta se la strada è libera e finalmente cambiare traiettoria in piena sicurezza.
Il Codice della Strada è, per molti, materia da preparare per l’esame di guida e basta. L’occhiata superficiale e distratta, quella è diventata la regola: perché quando guidiamo stiamo chiacchierando con i compagni di viaggio, o stiamo impostando il navigatore, o accendendo la sigaretta, o semplicemente stiamo pensando ad altro. E se ci metti anche l’uso scriteriato dello smartphone la tragedia è dietro l’angolo. E’ dietro ogni svolta.
Ne continuiamo a parlare, anche se serve a poco. Chissà mai che a furia di ripetere sempre le stesse cose qualcuno si dia una mossa. La situazione generale è da allarme rosso. E le cose da fare non sono tante, sono soprattutto due. Primo. Fissiamo bene nella nostra mente un principio basilare: tutti, noi compresi, guidiamo con meno attenzione e dunque soltanto la prudenza può salvarci la pelle. Prudenza sempre.
Secondo. L’uso smodato dello smartphone non si può più tollerare. E se fino a ieri si invocavano sanzioni più severe, o dei veri controlli, o tutte e due le cose, oggi diciamo che non basterebbero i controlli a tappeto su tutte le strade e tutti i giorni, non basterebbe nemmeno il ritiro immediato del veicolo. Serve la tecnologia, servono sistemi che inibiscano le funzioni dello smartphone diverse dalle chiamate vivavoce. Se ne parla da otto anni, non c’è da perdere un giorno.