Nico Cereghini: “Buon Natale e un invito per l’anno nuovo”

Nico Cereghini: “Buon Natale e un invito per l’anno nuovo”
La nostra sicurezza non sembra figurare tra le priorità della politica e delle amministrazioni, purtroppo. Ormai lo abbiamo capito. Ma c’è qualcosa che noi motociclisti possiamo fare in prima persona? Forse sì
24 dicembre 2019

Ciao a tutti! Con un certo sforzo, visto che è Natale, provo a trovare un elemento positivo che ci possa aiutare. Sulla strada, intendo, dove le cronache sono sempre più impietose. Se la politica non interviene, se le amministrazioni comunali non mandano più gli agenti sulle strade, se i gestori delle provinciali e delle statali latitano, se le multinazionali degli smartphone e le Case automobilistiche prendono tempo aspettando i 5G e la guida autonoma (campa cavallo...), bisogna pure che qualcuno agisca.
C’è niente – mi sono chiesto nel clima natalizio – che possiamo fare noi?

E’ una notizia fresca: quell’emendamento promosso dalla coraggiosa Graziella Viviano, che voleva diffondere l’airbag anche tra i giovani con un contributo all’acquisto, alla fine non è passato. Era una goccia nel mare, era forse anche un po’ ingenuo e parziale, in ogni modo qualche forza politica lo ha cavalcato e domani farà in modo di cavalcarlo ancora. Ma lo sappiamo, è una storia purtroppo già vista, a essere maliziosi parrebbe un cinico sistema acchiappavoti, è la terza o quarta volta che un progetto di legge del genere finisce in nulla. Dalla politica, salvo sorprese, per la nostra sicurezza mi aspetto poco, anche se continueremo ad agire e a protestare per quanto possiamo.

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Lo stesso dai sindaci. Brave persone, per lo più, che ammiro per la dedizione e la buona volontà, quelli che conosco personalmente mi piacciono. Ma le risorse sono scarse, le buche sono tante, le telecamere costano meno degli agenti di polizia locale, alla fine diciamolo: le nostre esigenze di sicurezza non sono tra le priorità. E fuori dalle città, lo sappiamo, le condizioni delle strade italiane sono in peggioramento costante, e il clima non aiuta, e i guardrail salva motociclisti sono così pochi che li si può mappare in mezza giornata.

Ma torno al punto. Anche noi possiamo fare qualcosa: da sempre cerco di diffondere la cultura della sicurezza personale, della protezione e della guida consapevole, tutte cose sacrosante, ma oggi vorrei andare un po’ oltre. Quello che ho in mente è ciò che si definisce “controllo sociale”. Servirebbero campagne serie, come fanno all’estero, ma noi siamo in Italia e dobbiamo arrangiarci. La chiave è: se chi sgarra viene pubblicamente biasimato, c’è qualche possibilità che cambi comportamento?

A Milano è già successo: le “cacche” dei cani lasciate sui marciapiedi da troppi disinvolti proprietari (una piccola minoranza, ma che si sente) sono sempre meno. Non sono stati i “ghisa” né le telecamere a ridurre il fenomeno, ma i cittadini: se tutti (a cominciare da noi cinofili educati) protestiamo, cortesemente ma fermamente, anche il più selvatico si sente fuoriposto e non insiste. E lo stesso succede con gli attraversamenti pedonali: io mi fermo, guardo negli specchi, spesso metto le quattro frecce, ma mi fermo. Tanti automobilisti, sempre più numerosi, si fermano rispettando il pedone. E piano piano sto verificando che Milano si avvicina sempre di più alle capitali europee.

Con i telefonisti è molto più difficile, purtroppo, ma rinnoverei a tutti lo stesso invito. Proviamo con il controllo sociale? Educatamente, ma con fermezza. Bisogna che chi guida e intanto smanetta con lo smartphone (in auto, scooter o camion che sia) si senta in colpa, si senta fuori posto. Un gesto, un colpetto di clacson, un “ma non si vergogna?”. L’importante è non lasciar correre, se lo facciamo tutti lo faranno tanti di più. Dobbiamo contenerci, assolutamente non trascendere mai. E qualche rischio c’è, non lo nego, ma poi cosa cambia? Già rischiamo ad ogni incrocio…

Sarebbe una goccia nel mare? Tante gocce fanno un’onda. Voi che ne dite? Buon Natale e buone feste a tutti!

Editoriale 20191224
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