Nico Cereghini: ”Carmelo Ezpeleta, Stefano Domenicali, un format pericoloso”

Nico Cereghini: ”Carmelo Ezpeleta, Stefano Domenicali, un format pericoloso”
E’ diventato più pericoloso correre il fine settimana in MotoGP e pericolosa è la deriva che sta prendendo il nostro sport. Il CEO della Formula1 vorrebbe addirittura annullare le prove libere… che al pubblico piacciono poco
27 marzo 2023

Ciao a tutti! Al di là del fattaccio Marquez, quale giudizio dare del nuovo format andato in scena a Portimao per la MotoGP? Il giudizio è complesso, perché tante sono le novità, ma la prima impressione non è positiva.

Innanzitutto c’è stata la gara breve del sabato alle 15, quella che noi continuiamo a chiamare Sprint Race e che Dorna definisce soltanto “sprint” (sembra, tra parentesi, che lo faccia per tentare di evitare la moltiplicazione dei premi gara, che scatterebbero in automatico in base ai contratti tra piloti e case, mettendo in difficoltà queste ultime). Poi c’è stata la parata dei piloti a beneficio del pubblico nel paddock la domenica mattina e c’è stata soprattutto la rivoluzione dell’intero programma sui tre giorni, con una forte limitazione delle prove libere e del warm up. Che per le classi minori è stato addirittura cancellato.

Non per caso era presente Stefano Domenicali, amministratore delegato e presidente del Formula One Group. E’ lui l’ispiratore di Carmelo Ezpeleta, che del resto ha dichiarato apertamente di voler avvicinare sempre di più il motociclismo alla F1. Qualcuno avrà notato, sabato, le tre medaglie che sull’apposito espositore attendevano i primi tre classificati della Sprint Race: quelle sono una “invenzione” della F1 trasferita pari pari qui da noi.

Prima considerazione generale: tutti hanno corso come disperati. Non solo Marquez: proprio tutti, dai meccanici all’ultimo dei piloti. Tutti in affanno il venerdì perché nelle due sessioni di prove ci si giocava il posto in Q2, il sabato perché tra le qualifiche e la gara breve non c’era nemmeno il tempo di smaltire l’adrenalina, la domenica mattina nell’warm up di dieci minuti… Tutti e tutto di corsa. E si era su una pista nota dopo due giorni di test, figurarsi altrove.

Seconda considerazione, che è conseguenza della prima: tutto è molto più esposto al rischio. Perché il setting delle moto sarà fatalmente meno centrato e poi l’urgenza di recuperare posizioni fin dal primo giro, che pareva specifica della gara breve, è già diventata protagonista anche del GP della domenica. Perché la testa del pilota non la cambi con una serie di interruttori, l’approccio diventa quello e solo quello.

Salutato da pacche sulle spalle e inviti a scambiarsi la cortesia della visita, Stefano Domenicali ha colto l’occasione per comunicare che lui è un “fautore dell’annullamento delle prove libere, che servono tanto agli ingegneri ma piacciono poco al pubblico. E’ importante che ci sia azione tutti i giorni”. Parlava di F1, ma lo ha fatto in mezzo alle moto e circondato da gente che lo prende per modello.

Bernardelle è un ingegnere ed è giustamente allarmato, ma io non lo sono meno di lui: si va verso lo “spettacolo” a tutti i costi. Lo spettacolo che piaceva a noi era l’esibizione sportiva che stava al top del motociclismo, la tecnica dei prototipi e i migliori piloti in sella per animare delle corse vere e avvincenti. L’impressione che abbiamo tratto da questo primo atto del nuovo mondiale è che i padroni del motorismo non si nascondano nemmeno più: sembrano inseguire lo show e il business, forse lo sport se lo sono perso.

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Da Automoto.it