Nico Cereghini: "Cominciamo con l’essere più attenti"

Nico Cereghini: "Cominciamo con l’essere più attenti"
Riflessione di inizio d’anno, tanto per esorcizzare. Se quando ci facciamo male dobbiamo quasi sempre ammettere che siano stati degli stupidi, tanto vale comportarsi in modo diverso. Proviamoci | N. Cereghini
3 gennaio 2012

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Ciao a tutti! E ancora auguri di buon anno, con la consapevolezza che non sarà un anno facile ma anche che prima o poi le cose miglioreranno perché, come hanno già detto altri, il mondo non finisce qui e i Maya si sbagliavano. O meglio: si sbagliano quelli che hanno attribuito loro un calcolo astronomico basato sulla ripetizione del 20 e del 12, quando il popolo scomparso aveva invece un calendario ben diverso dal nostro. L’uomo cerca risposte anche quando non ci sono e non ci possono essere; e finisce spesso per inventarle, le risposte, tanto qualche pollo che gli crede lo trova sempre. Siamo tutti un po’ dei polli.

Quasi sempre ci si fa male in modo molto stupido

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E dal concetto di base mi allargo: siamo tutti un po’ polli, per esempio, quando ci facciamo male. L’argomento non è di quelli facili da fare all’inizio dell’anno, me ne rendo conto; però magari ci serve: per esorcizzare e per prevenire. Prevenire è meglio che curare. Nicky Hayden, per esempio. L’americano della Ducati ha chiuso male il 2011, scapola sinistra e due costole rotte in allenamento il 27 dicembre, appena tornato in moto dopo la caduta (vi ricordate? Insieme a Rossi e De Puniet) alla prima curva di Valencia. Lui questa volta girava su un tracciato di flat trak, è arrivato alle spalle di un pilota più lento, quello si è spostato di colpo per dargli strada e gli ha portato via la ruota anteriore. Ora non si sa se Nicky riuscirà a riprendersi in tempo per i primi test di fine gennaio; e lui stesso si chiede: ci si può far male in un modo più stupido? La risposta è: quasi sempre ci si fa male in modo molto stupido. E vi sottopongo anche la contro-prova: conoscete forse un motociclista che si sia fatto male in modo intelligente?

Ci diciamo queste cose a bocce ferme, la moto ancora nel box, i cenoni da smaltire, cercando di non pensare troppo alle tragedie degli ultimi tempi. Restando raso terra (è il caso di dirlo) sul nostro quotidiano di motociclisti esposti alle scivolate, che quasi sempre si risolvono con pochi danni ma che danno molto fastidio. Pensateci. A quella volta che non avete visto in tempo la macchina che usciva dallo stop, e nel panico avete bloccato la ruota davanti; a quell’altra volta che vi ha sorpreso il brecciolino sul ciglio della strada, o quella macchia di bagnato, forse dell’olio, che avete trovato inaspettatamente sull’asfalto. A quando quell’automobilista uscì largo dalla curva e avevate poco margine per correggere la traiettoria. Con più attenzione -e se non aveste dato per scontato che tutti rispettano lo stop, e sanno guidare, e la strada è pulita e sgombra- mi sa proprio che ve la sareste cavata senza danni.

Io del resto sono il primo ad ammetterlo: mi sono fatto male da stupido il novanta per cento delle volte. Anche se, per assolvermi e meglio sopportare le conseguenze, spesso ho modificato qualche dettaglio della dinamica disastrosa. Meglio sentirsi eroe che coglione, quando magari devi passare 40 giorni in un letto d’ospedale, con la gamba sinistra in trazione e la consapevolezza che l’incidente si poteva benissimo evitare.
 

 

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