Nico Cereghini: "Dal nuovo anno mi aspetto molto di più. E incrocio le dita"

Nico Cereghini: "Dal nuovo anno mi aspetto molto di più. E incrocio le dita"
Chiudiamo il 2024 tra gravi difficoltà e molte incertezze, Limitandoci al nostro mondo della moto: KTM, MV Agusta, Green Deal, auto elettrica, monopattini, Bagnaia, Marquez... Aiuto! Qui bisogna che l'anno nuovo si dia parecchio da fare
23 dicembre 2024

Ciao a tutti e Buone Feste! È già Natale ma in realtà non mi sento così buono, troppe cose non vanno come dovrebbero. E poiché il 31 dicembre si avvicina, anche questa volta colgo l'occasione per scrivere la mia letterina all'anno nuovo. Caro 2025, qui bisogna darsi da fare, l'anno vecchio sta finendo malamente e bisogna far meglio.

Parliamo di KTM ed MV Agusta. A giugno gli austriaci hanno chiamato a raccolta la stampa: c'è qualche problemino, ok, ma l'azienda è solida perbacco, metteremo tutto a posto, non vedete che stiamo distribuendo i dividendi? Con miliardi di euro di debiti, adesso sembra difficile che il gruppo Pierer possa risollevarsi.

Se KTM dovesse fermare anche la MotoGP sarebbe un bel guaio, certo, ma più che ai piloti (che comunque cascherebbero in piedi) pensiamo a tutti gli altri: ai dipendenti, alla rete, alle aziende fornitrici. E naturalmente anche a MV Agusta, finita nel tritacarne da un giorno all'altro. Questo Stefan Pierer, che faceva il fenomeno e voleva dare lezioni a tutti: con l'anno nuovo mi auguro che cominci a pagare di tasca sua.

Ci sarebbe anche il problemino dell'elettrico e del settore Automotive in generale che sta colando a picco. Caro anno nuovo, tra Green Deal europeo, Stellantis che ha sbagliato tutto e Trump che minaccia i dazi non saprei da che parte girarmi. Faccio così: mi accontento di una piccola cosa, chiedo che i monopattini elettrici siano controllati con regole severissime. Controlli reali e Codice della Strada in mano.

E infine la pagina dello sport. Ho un sogno: che Marc Marquez e Pecco Bagnaia possano trovare il modo di convivere in Ducati, battendosi entrambi per vincere come è giusto, ma senza farsi male anche solo metaforicamente.

La scelta di mettere due campioni nello stesso box ha fatto discutere ed entrambi si giocano molto. Lo spagnolo ha dominato la MotoGP fin da quando ci è saltato sopra nel 2013, e dopo anni di sofferenze ha verificato quest'anno di essere ancora lui, di poter tornare al titolo; l'italiano ha saputo riportare la Ducati al titolo mondiale, non una ma due volte di fila, e ha appena chiuso la sua terza stagione vincendo più gare di tutti.

A Marc Marquez, che quasi tutti danno per favorito, riconosco grandi qualità: un talento enorme, la capacità di rendere più spettacolari le corse e persino più vivace e sorridente il suo box. Ma la concorrenza intanto è cresciuta e poi c'è una cosa che di Marquez non mi piace: credo che non abbia un pieno controllo della sua aggressività. L'epilogo del 2015 non c'entra niente, sono passati dieci anni, Marc ha pagato abbastanza. E non è nemmeno detto che i problemi possano arrivare da Marquez, anche a Bagnaia potrebbe saltare il controllo, l'aggressività è contagiosa.

Per questo dico al 2025: lo so che è difficile, ma mi auguro che entrambi possano trovare il modo di convivere in Ducati. Battendosi senza far sconti ma lealmente. Punto sull'intelligenza dei due campioni, sull'arbitraggio del nuovo giudice Simon Crafar e sulla direzione sportiva di Ducati. E intanto Buon Natale a tutti!

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