Nico Cereghini: “Distanza, e niente ansia”

Nico Cereghini: “Distanza, e niente ansia”
Abbiamo una brutta abitudine: non ci teniamo abbastanza lontani dalle altre moto e dalle auto. Con il traffico, convulso e indisciplinato, frenate e scarti sono sempre più frequenti
30 maggio 2017

Punti chiave

Ciao a tutti! Quante moto sulle strade del fine settimana: finalmente la stagione è ufficialmente partita e dall’inverno, almeno qui al nord, ci siamo ritrovati di colpo in piena estate senza quasi passare dalla primavera. Tante moto, tante bici, tante auto, tanto traffico. Giovedì ero sull’Appennino per girare un video (giornata fantastica) e ho incontrato tre motociclisti, sabato ero sulle Alpi e ne avrò incrociati tremila (salutati quando si poteva). E ho notato una cattiva abitudine molto italiana: viaggiamo tutti troppo vicini.


Quadretto idilliaco in Engadina. Una coppia di motociclisti con due moto: lui una turismo di grossa cilindrata, lei una naked più piccola. Perfettamente equipaggiati, velocità limitata ai 70 in rettilineo, distanza tra i veicoli cinquanta o sessanta metri. Targhe tedesche. Gruppetto successivo: quattro o cinque motociclisti su altrettante sport tourer, stessa velocità perché i radar svizzeri fanno male, dieci/quindici metri al massimo tra una moto e l’altra. Targhe italiane. Diciamocelo, quando sentiamo nominare le distanze di sicurezza pensiamo subito alle auto. Alle moto no, non ci riguarda, perché noi motociclisti siamo agili e cambiamo traiettoria in un nanosecondo, siamo leggeri e ci fermiamo in un fazzoletto, siamo lucidi e in forma dopo lo spuntino leggero. Mica ci strafoghiamo con la polenta e il brasato, mica stiamo attaccati al cellulare.


Delle multe per non aver mantenuto la distanza di sicurezza ne ho sentito parlare soltanto qualche volta, non è abituale essere fermati da una pattuglia per questo. Al momento non saprei nemmeno riportare l’articolo del codice, dovrei cercarlo, ma sappiamo tutti benissimo quando siamo troppo vicini al veicolo che ci precede e quando no. Insomma, qui le regole non sono al centro del tema: sto parlando semplicemente di come garantirci un minimo di sicurezza quando siamo in gruppo, ma anche quando viaggiamo soli. Banalità? Mica tanto, con il traffico dei giorni nostri l’imprevisto ci capita davanti decine di volte: il ciclista che scarta dalla fila, l’auto davanti che blocca, il furgone del corriere che va di fretta e svolta senza segnalare né guardare, l’automobilista che tenta il sorpasso e poi rientra. Tutti i veicoli sono continuamente obbligati a rallentare o a scartare sulle strade. Tutti, anche le moto. Se siamo troppo sotto, siamo fritti. Non state vicini all’amico davanti a voi: senza una visuale pulita, probabilmente non avrete neanche lo spazio necessario a rallentare o scartare in caso di emergenza. E ugualmente se viaggiate in solitaria: da Suv, furgoni e c amion meglio stare molto lontani perché tolgono tanta visuale, e comunque con tutti i veicoli serve tenere una distanza ben superiore a quella delle nostre abitudini. Andare in moto è bellissimo, più bello ancora tornare a casa sani.

Distanza, e niente ansia
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