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Ciao a tutti! Abbiamo salutato quasi tutti con soddisfazione l’arrivo dei tedeschi dell’Audi alla Ducati. Idee e progetti ci sono, per dirla in sintesi, e adesso arriveranno i capitali. Si parla della produzione, naturalmente, ed è ciò che conta; mentre per quello che riguarda le corse mi sembra improbabile che si presenti a Borgo Panigale un tedesco con la borsa piena dei disegni di una nuova MotoGP. E del resto tutti i dirigenti sono stati confermati, compreso Filippo Preziosi al vertice di Ducati Corse.
Immagino però che la nuova proprietà voglia analizzare un po’ tutto: rientro in Superbike con una squadra ufficiale, ruolo dei personaggi chiave compreso Valentino Rossi, investimenti nella MotoGP. Mi risulta che già esista un progetto che prevede per il 2013 due squadre Ducati: quella attuale e uno junior team. Vedremo. Sono bravi all’Audi? Hanno fama di non essere rapidissimi nel lavoro, ma ben organizzati e con una gran bella tecnologia. Foste il signor Audi, voi che cosa fareste? Credo che tutti direste ok al rientro in SBK, che è storicamente la vetrina del mito Ducati a due cilindri (mi dicono che anche Biaggi lo spera), ma che fare con la Desmosedici? Non vi apparirebbe un progetto un po’ obsoleto? Dopotutto siamo alla decima stagione di MotoGP e la moto pare bloccata. Forse è rimasta troppo a lungo in bilico tra la tradizione e l’innovazione.
La Desmosedici è rimasta troppo a lungo in bilico tra la tradizione e l’innovazione
Metodo. I tedeschi dell’Audi metteranno in campo soprattutto la razionalità. La tecnologia viene dopo. Che facciamo con questo prototipo? Lo ribaltiamo pensando soltanto a battere Honda e Yamaha oppure stiamo qui a discutere sul rapporto tra le corse e la produzione? Ragioneranno più o meno così.
Non credo invece che invaderanno il reparto corse. Anzi, spero proprio che non lo facciano e guardino piuttosto alla esperienza della BMW in Superbike. La quattro cilindri bavarese è una gran moto, e vince tanto tra le Stock, però in SBK faticava a vedere il podio. Tre stagioni di sofferenza, e poi cosa è successo? Sono arrivati gli italiani: Andrea Dosoli a fare le scelte, Silvano Galbusera a dirigere i meccanici, Michele Gadda a sistemare l’elettronica, e naturalmente Marco Melandri a guidare la moto. Più la Manuela a riscaldare i cuori. Tutti provenienti dalla filiale italiana della Yamaha, che ha chiuso con le corse alla fine del 2011. La 1000 RR nel 2012 ha cambiato passo e sono arrivate le vittorie.
Audi non è BMW, le moto non le fa. Metterà tutta la sua tecnologia a disposizione, deciderà anche la rotta, ma lascerà certamente agli italiani la costruzione e la gestione delle moto da corsa. Noi ci contiamo.