Nico Cereghini: "I turisti non amano l’Italia"

Nico Cereghini: "I turisti non amano l’Italia"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Abbiamo bellezze che nessun Paese europeo può avvicinare, dalle montagne al mare, dalle città d’arte alla gastronomia. Eppure i vacanzieri preferiscono Francia e Spagna. Perché dai politici non arrivano proposte serie? | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
20 maggio 2014

Punti chiave

Ciao a tutti! Nello scorso autunno, chiacchierando di vacanze, proposi di indicare quale fosse per voi il miglior Paese europeo per viaggiare con la moto. La maggioranza disse Francia, molti parlarono di Spagna, Austria e Germania e qualcuno giustamente protestò: “Ma prima di andare all’estero, siete sicuri di aver visitato abbastanza la nostra Italia, che è dieci volte più bella?”.

Di recente ho viaggiato un po’ nel sud della Francia, Provenza, Languedoc, fino ai Pirenei. In sintesi bei posti, niente di particolare sul piano paesaggistico, però belle strade, gente educata e ospitale, prezzi onesti. La Francia si conferma quasi perfetta per i motociclisti, e soprattutto maestra nel valorizzare le proprie cose: vini e formaggi, centri storici e mercatini; anche il villaggio più banale della Provenza viene raccontato su Internet come una meraviglia di colori, profumi e cultura. Sono bravi, niente da dire. I cattivi siamo noi.

Da noi i turisti vengono, meno numerosi però di quelli che ogni anno visitano Francia o Spagna. La Francia non ha le nostre montagne, ha solo una porzione dell’arco alpino e per di più esposta a nord, che non è il massimo. L’Italia della montagna vince quattro a uno. La Spagna ha delle belle spiagge, non dico di no, ma che non sono paragonabili con le nostre né per la quantità né per la qualità. Con il mare li battiamo otto a uno. E le nostre città d’arte? E le colline delle nostre campagne? E i laghi? E la nostra cucina, poi, che lascia indietro quella francese e le altre europee non le vede nemmeno?

La verità è che noi, invece di valorizzare le nostre peculiarità, facciamo di tutto per distruggerle

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Il punto è un altro, la verità è che noi, invece di valorizzare le nostre peculiarità, facciamo di tutto per distruggerle. C’è chi dice che per chiamare i turisti dobbiamo investire nella promozione e sulle infrastrutture, ma personalmente credo che basterebbe ancora meno. Certo, sulle strade c’è parecchio da fare, ma su altri piani siamo messi bene: la ricettività è ampia, stazioni e porti ed aeroporti sono in abbondanza, le autostrade sono sufficienti. Quello che manca è la cultura del turismo. Il turista che viene in Italia è troppo spesso trattato male, o addirittura truffato. E questo in Francia o in Spagna, per non parlare di Germania ed Austria, non accade.

Quello che mi stupisce –considerando che il turismo è una delle nostre principali risorse attuali e anche future - è che dalla politica non arrivi alcuna proposta. Senti parlare di riformare il Senato, ma del turismo zero. Occorre invece un riordino della materia, codice etico e regole precise per gli operatori, prezzi chiari, via la licenza a chi sgarra. Non credo che sarebbe così difficile. Guardate che in Francia, dove oggi i motociclisti sono trattati molto bene e gli automobilisti accostano per farli passare, trent’anni fa per noi erano grane: i motard considerati la feccia, brutti, sporchi e indisciplinati. Cambiare si può, basta volerlo. Ma forse io sono ingenuo, mi faccio troppe domande, dovrei andare a fare le vacanze all’estero e non pensarci più.

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