Nico Cereghini: "In viaggio, per non pensare"

Nico Cereghini: "In viaggio, per non pensare"
Di Tomizawa si parla anche troppo, adesso: provo ad andare oltre, e distrarmi con un viaggio emotivo nell’estate appena passata. Se volete seguirmi | N. Cereghini
10 settembre 2010

Punti chiave

Ciao a tutti.
Vorrei parlare di Shoya Tomizawa, ma lasciate che il silenzio ci aiuti a riflettere. Ne abbiamo parlato tanto, sui media se ne parlerà anche troppo e molto a sproposito: non è più il tempo di recriminare, ma piuttosto è l’ora di elaborare il lutto. Il nostro è uno sport pericoloso, la moto può essere pericolosa in sé, eppure è lei che amiamo. Ci torneremo sopra.

Quante moto sulle strade dell’estate, e quante GS. Sul sito ne avete discusso molto, quelli sono motociclisti un po’ troppo modaioli secondo alcuni di voi, ma non è mica vero che non salutano. Del resto io ne ho avute due –grandissima moto la GS, fin dalla prima 1100- e salutavo tutti, persino gli scooteristi: guidavo solo con la mano destra a furia di salutare, e ci sarebbe da perdere i punti della patente solo per questo. Quelli che mi stanno più simpatici, però, viaggiano con la Suzuki V-Strom 650 e le loro borse troppo larghe; mi sembrano dei puri, mi parlano di grande passione, riconosco da lontano quelle brutte plastiche sotto il fanalino e già mi viene il buonumore. 
 

Riuscite a godere la vacanza soltanto se siete ben equipaggiati o siete piuttosto del tipo che “tutto va bene basta andare”? Tanto per chiacchierare un po’ e provare a distrarci per superare il disastro di domenica a Misano

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Occupano lo spazio delle roulotte olandesi ma non sembrano soffrirne affatto. Nella mia classifica dei “chilometri tanti stancarsi mai” seguono quelli con la vecchia Multistrada, che pure non mi è mai piaciuta per quel cupolino sfasato, e poi i mototuristi con le enduro monocilindriche equipaggiate con borse di ogni tipo. In coppia, felici, sulle strade più belle del mondo e pazienza se piove un po’ troppo spesso come è accaduto questa estate: due borse della Esselunga bastano a proteggersi le scarpe da tennis. Fanno un po’ schifo ma volete saperlo? Li invidio.
Quando giravo l’Europa con equipaggiamento zero e la mia Laverda SF 750 rosso scuro, ammiravo quelli con le BMW R 69S bianca (o anche nera) che già viaggiavano con l’abbigliamento in pelle e le borse Krauser. A centoquaranta, solo un fruscio allo scarico e neanche un capello che sbattesse all’aria. Erano i primi anni Settanta, la mia giacca a vento si gonfiava come una mongolfiera e al portapacchi legavo enormi borse militari litigando con cattivi elastici e pericolosi ganci d’acciaio. Lo vedessi ora, uno che viaggia messo così, mi farebbe tenerezza; logico, è una questione di nostalgia.

E voi? Che viaggiatori siete stati, questa estate? Quelli tutti perfettamente a punto o gli improvvisati? Quelli rilassati o quelli ansiosi? Riuscite a godere la vacanza soltanto se siete ben equipaggiati o siete piuttosto del tipo che “tutto va bene basta andare”? Tanto per chiacchierare un po’ e provare a distrarci per superare il disastro di domenica a Misano.

Ascolta l'audio di Nico nel box in alto a sinistra.