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Ciao a tutti! Le cronache dei giornali, come purtroppo capita nei mesi estivi, sono pesanti per noi motociclisti: dal nord al sud si registra anche quest'anno una terribile sequenza di incidenti stradali che ci coinvolge, troppo spesso con feriti gravi e con vittime. Leggiamo i giornali e rabbrividiamo, gli articoli sono quasi sempre scarni e neutri - perché naturalmente è del tutto scorretto attribuire delle responsabilità prima che si concludano le indagini - ma per l'occhio esperto del motociclista molto spesso basta una foto, basta una riga di testo: si capisce subito che l'automobilista è uscito sulla statale senza guardare o ha svoltato senza attivare il lampeggiatore, il motociclista non ha potuto evitare l'ostacolo improvviso e ha avuto la peggio. Siamo scorretti e imprudenti anche noi, non vogliamo negarlo, ma nel novanta per cento dei casi le cose sono andate così.
In questa stagione, lo verifichiamo tutti, si viaggia con poca disciplina e spesso anche a velocità eccessiva. Discorso che vale per chi sta al volante come per chi impugna il manubrio. Sarà l'estate, con il suo clima vacanziero, sarà la voglia di divertirsi, la possibilità di far tardi la sera. Si beve un bicchiere in più con gli amici, cosa ti importa, tanto domattina puoi dormire, si ride e si scherza, si lascia la compagnia più allegri. Il risultato è che si tende ad esagerare e non si sta attenti come si dovrebbe. E a peggiorare le cose, ogni anno più evidente, c'è il dispositivo mobile, il cellulare, il telefonino, chiamatelo come volete. L'abitudine sempre più diffusa di tenere in mano il cellulare mentre si guida l'auto - per chiacchierare, per messaggiare e per collegarsi ai social - sta trasformandosi in qualcosa di molto grave, è diventato ormai un vero vizio. Ed è una questione così insidiosa per noi da essere diventata in pochi anni, quasi senza che ne accorgessimo, un argomento fisso nelle nostre conversazioni più serie: quando ci raccontiamo le nostre strade e le moto e le curve, e raccomandiamo ai più giovani di stare attenti ai pericoli che ancora non conoscono.
Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha dichiarato pochi giorni fa - non al bar, ma in un incontro istituzionale - che "l'ottanta per cento degli incidenti gravi è provocato dall'uso improprio del cellulare alla guida dell'auto". Non ha precisato la sua fonte, e il dato è più alto di quanto sia ufficialmente emerso fino ad ora, ma Delrio è un ministro e una persona seria, avrà avuto le sue informazioni da funzionari attendibili, e io sono portato a credergli sulla parola. E del resto noi motociclisti sappiamo quanti sono, li vediamo tutti i giorni i telefonisti al volante, quelli che se ne fregano di regole e sanzioni. Ma chi li becca? La loro è pura ricreazione, procedono a zig zag, rallentano e accelerano a capocchia, svoltano senza mettere la freccia, ignorano semafori e stop. Impegnati nella loro connessione permanente, circolano senza guardare né riflettere. Pochi giorni fa, nel centro di Milano ho provato a riprendere una signora che, nel corso della sua conversazione telefonica, aveva ignorato uno stop ed era passata sulle strisce a tutta birra mentre una coppia provava ad attraversare. Al semaforo rosso l'ho raggiunta. "Non stavo mica telefonando!" ha protestato nascondendo il cellulare sotto la coscia. "Ma mi faccia il piacere!" ho insistito alla Totò. Lei ha capito che non avevo titolo, mi ha invitato a farmi i cavoli miei e mi ha mandato a quel paese. E non ha curato la forma.
State attenti, amici! Non date nulla per scontato e andate piano. Soprattutto in questa stagione.