Nico Cereghini: “La dignità dei Giapponesi”

Nico Cereghini: “La dignità dei Giapponesi”
Sono ore terribili e sconvolgenti. La civiltà nipponica rischia il tracollo. E le immagini crudeli ci mostrano gente colpita a morte eppure dignitosa | Nico Cereghini
15 marzo 2011


Ciao a tutti! Le immagini che arrivano dal Giappone sono sempre più terribili, purtroppo. Sembrano un film, nessuno avrebbe potuto immaginare questa tragedia nella vita reale. Eppure è tutto vero, e chissà se è tutto qui o ci aspetta di peggio. Il terremoto, lo tsunami, il rischio nucleare. Già si parla di diecimila vittime, di intere città rase al suolo, e adesso sappiamo che persino Tokyo è minacciata dalle radiazioni.

In tutto questo enorme dramma, tra le decine di documenti filmati che circolano sulla rete, c’è qualcosa che già conoscevo ma che mi tocca il profondo del cuore. La gente trattiene le emozioni. Il popolo giapponese vive le perdite, i lutti, il terrore di questi giorni senza lasciarsi andare. La sofferenza delle persone inquadrate e intervistate è palpabile, e non potrebbe essere diversamente, ma loro cultura ha il sopravvento anche in queste ore. Sono stati educati fin da bambini a tenere nascosti i sentimenti.

 

La dignità che mostrano nella sofferenza è qualcosa che mi colpisce. I Giapponesi sono gente speciale

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Lo dico con rispetto per la loro grande civiltà, che ora rischia il tracollo. La dignità che mostrano nella sofferenza è qualcosa che mi colpisce. E il confronto con la nostra cultura è così grande che un po’ mi vergogno. E già lo sapevo, l’avevo verificato anni fa nei viaggi organizzati dalle case per presentare i loro impianti modello e i nuovi modelli. I Giapponesi sono gente speciale.


Ricordo un’occasione alla Suzuki. I dirigenti di quella casa avevano una gran passione per il canto ed una sera, dopo il loro coretto sulla base musicale del Karaoke, che era di gran moda, invitarono noi giornalisti italiani a fare altrettanto. La canzone italiana è mitica, per loro, così come la musica italiana. Intonammo, al meglio delle nostre possibilità, Volare di Modugno. E i dirigenti ci aiutarono a concluderla perché la conoscevano anche meglio di noi. Bene, quella serata è rimasta per molti di loro, che ho rivisto negli anni, qualcosa di speciale che ci univa davvero. E ho capito che quella è gente che sa provare grandi sentimenti, eccome, ma non li sa esprimere.
Ora non saprei come consolarli. Credo purtroppo che non ci sia il modo. L’unica cosa che ci rimane è il silenzio. E per chi crede, e in queste ore un po’ li invidio, la preghiera.

Nico Cereghini


Foto: AFP/AP/Reuters

 

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