Nico Cereghini: “La moto del futuro? La moto d’epoca”

Nico Cereghini: “La moto del futuro? La moto d’epoca”
Tanti anni fa era eccitante immaginare il futuro: negli anni Cinquanta si pensava che le auto del Duemila sarebbero state sostituite da veicoli volanti. Oggi la moto del futuro pare avere contorni più scialbi. Come rimediare?
27 dicembre 2022

Ciao a tutti! Sono le classiche riflessioni che si fanno a fine anno tra un brindisi e una fetta di panettone con i canditi. Come sarà la moto del futuro? Ricordo bene un articolo dei primi anni Settanta scritto dall’amico e collega Roberto Patrignani, splendida penna. Tra trenta o quarant’anni - profetizzava il giornalista/pilota/viaggiatore - non troveremo più i singoli pezzi di ricambio, ma soltanto gruppi completi da sostituire: il faro completo, il cruscotto, l’impianto elettrico completo.

Spenderemo di più, scriveva Patrignani ma il fatto è che la riparazione sarà ancora più costosa della sostituzione in blocco. E ci ha preso. “La Motoleggera” di Milano, che vendeva tutte le viti e le leve e i cavetti possibili e immaginabili, originali e no, è sparita come tutti i dettaglianti di una volta.

Molto tempo prima, negli anni Cinquanta, si esagerava decisamente e si dipingevano realtà fantascientifiche. Ricordo che la Domenica del Corriere, settimanale illustrato, pubblicò una copertina del famoso Walter Molino: con le città protette da gigantesche cupole di plexiglass, niente pioggia, niente strade, cieli trafficati. In giro soltanto mezzi volanti pubblici e privati.

Celebre resta la canzone “Nel 2000” di Bruno Martino, anno 1959. Tutto sarebbe cambiato, cantava Martino: pillole al posto del ragù e della bistecca, niente più fame né sonno, razzi di qua e razzi di là. “Andremo sulla Luna con il razzo delle tre, poi su Venere per prendere il caffè”. E chiudeva sperando che l’amore e i baci, invece, rimanessero ancora quelli…

E adesso, come vediamo il futuro e come vediamo in particolare il futuro della nostra amata moto? Sembra che il mondo viaggi sparato e senza ripensamenti verso la mobilità elettrica. Qualche dubbio io ce l’ho, se non altro sui tempi previsti per l’abolizione del motore endotermico e sulle problematiche legate all’inquinamento e alla produzione di tutta l’energia necessaria a muovere il pianeta. Ma una cosa è certa: siamo davanti a una svolta storica, stiamo per entrare in un’altra epoca, anche se immaginarla è molto difficile e (a mio avviso) nemmeno tanto entusiasmante.

E’ un paradosso, certo, ma forse la moto del futuro… è quella del passato. Forse oggi ci converrebbe acquistare moto d’epoca, quelle di almeno trent’anni fa, sempre ammesso che si abbiano i mezzi e lo spazio per mantenerle in ordine.

Chi conosce quel mercato e ci sa fare ne avrà un ritorno economico, a scegliere bene c’è da contare su una sicura rivalutazione dei pezzi migliori. Ma anche per quelli come me, legati alle emozioni e ai sentimenti che le vecchie moto sanno suscitare piuttosto che alla tecnica e alle stime economiche, ci sarà una bella convenienza. Vuoi mettere la soddisfazione?

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