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Ciao a tutti! Vista da noi motociclisti -che pure siamo alternativamente anche automobilisti, naturalmente pedoni e molto spesso ciclisti- la questione è semplice: nessun veicolo semovente potrà mai battere la moto. Del resto la pensava così persino lo sfortunato Schumacher quando smise di correre in F1 e ci provò con le SBK, prima di farsi così male con gli sci. A proposito, un pensiero affettuoso vada a Michael, alla famiglia, e in particolare al suo bravissimo figlio Mick che già vince le gare in auto.
Tornando alla premessa, direi che se siete appassionati di meccanica in generale allora la moto vi può piacere quanto una bella auto; se vi stimolano le forme e il design, allora può entusiasmarvi anche un treno o un aereo, restando nel campo motoristico. Ma se fin da piccoli siete stati conquistati dal movimento della moto, dalla sua dinamicità, allora non ce n’è, tutto il resto passa in secondo piano. L’auto? E’ quasi immobile nello spazio, si muove su un asse solo, avanti o indietro, e poi uno se ne sta seduto con un volante in mano, pestando con i piedi sui pedali, che gusto ci può essere? Meglio allora in un certo senso la bici, che cavalchi come la moto e in curva si inclina, meglio l’aereo che di movimenti ne fa un bel po’. Ma la bici non va da sola e l’aereo è irraggiungibile; niente da fare e non ci venite a proporre le supercar o il downhill, la verità è che chi non ama la moto non sa quanto perde.
A questo pensavo guardando la SBK di Imola. Ecco cos’ha di bello la moto, la sua dinamicità fa spettacolo in sé. E tra tutti i tipi di moto, chiaro, la supersportiva è il massimo: non soltanto perché va forte e piega tanto, ma anche e soprattutto per come ci sei messo sopra. Il fascino dell’off-road lo posso capire e l’ho anche inseguito per un po’, da ragazzo, ma non mi è bastato. L’asfalto mi ha conquistato in fretta e il manubrio basso subito dopo. Con la supersportiva sei un tutt’uno: non ci sei seduto sopra e neanche dentro, ti ci amalgami proprio, tu e la tua moto diventate una cosa sola. E l’aspetto più bello è che questo insieme è in continuo fermento: si muove libero nello spazio e si modifica continuamente nelle sue forme.
Guardavo quel fenomeno che è Chaz Davies sulla Ducati, ammiravo i suoi continui movimenti sulla moto per indirizzarla dove voleva sulla pista così tecnica, per rallentarla prima della curva, per inclinarla al limite, per tenerla giù in piena accelerazione. Difficile vedere qualcosa di altrettanto dinamico, creativo, fisico, sincronico, perfetto. Chaz era l’arte pura della guida, e pur essendo così massiccio, e la Panigale così piccola nelle sue mani, mi è apparso straordinariamente elegante e addirittura –se mi permettete- romantico. Sì, mi è venuto proprio da pensare che la magia particolare della moto, e della supersportiva in particolare, stia lì: nel fatto che tu la guidi e intanto l’abbracci proprio. L’auto, la bici, l’aereo? Sì, ciao!