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Ciao a tutti! Ero in giro, domenica, prealpi orobiche, e come prevedibile ne ho viste di tutti i colori. La bella stagione ci invita ad andare un po’ lontano da casa, le brutte notizie di guerra e di crisi preoccupano e deprimono: non c’è niente di meglio che un giro in moto. E va benissimo, chilometro dopo chilometro verifico che la stragrande maggioranza dei motociclisti guida senza fretta rispettando più o meno tutte le regole. Poche e veniali le trasgressioni al codice che ho visto io.
Ma vedo bene che resiste anche quella ostinata minoranza che va troppo forte. E purtroppo la gravità delle conseguenze è direttamente proporzionale alla velocità. Sempre. Leggo di troppi incidenti, nel fine settimana, anche mortali. E a poco serve chiedersi se la responsabilità è del motociclista o dell’automobilista: se si va troppo forte si pagano carissimi tutti gli errori, i nostri e quelli altrui.
E poi fa tendenza la moda di chi prova un vero piacere nel fare il maggior casino possibile con gli scarichi.
A tutti piace il suono allo scarico della moto. E’ una musica che fa parte della nostra passione. Ma cosa si propone di ottenere il “collega” che sostituisce gli scarichi originali con quelli racing e non omologati? La vecchia storia sulla sicurezza, cioè la teoria che il rumore ti salva la vita, è una stupidaggine assoluta che varrebbe - come ha dimostrato lo studio universitario che abbiamo pubblicato un anno fa - a poche decine i metri di distanza e soltanto se la moto producesse un suono da 135 dB, cioè 20 dB più di un jet al decollo. Oppure se tutti gli automobilisti viaggiassero a finestrini aperti, ma non va così.
Chi esce dal box con la moto rumorosa oltre i limiti è probabilmente un immaturo: quello è un giochino che facevamo a quattordici anni, fa pena a trenta o cinquanta. Una volta l’ho anche detto, a un soggetto che con una custom faceva tremare i vetri in centro a Milano. “Tu non capisci niente del biker” mi ha risposto. Lo sapete, vero, dove andremo presto a finire? Al divieto di circolare su moltissime strade.
Il radar acustico in Francia, lo sbarramento ai motociclisti di molte strade alpine in Austria, la minaccia di limitare fortemente la circolazione delle moto anche in Svizzera, in Germania o in Alto Adige sono segnali inequivocabili. Perché naturalmente qualsiasi amministrazione fa più in fretta a identificare e punire una intera categoria piuttosto che istituire controlli fonometrici ai passaggi.
Grazie a questi simpatici amici, insomma, pagheremo tutti un prezzo molto salato. Che lo sappiano, almeno: io glielo dico in faccia.