Nico Cereghini: “La nuova V100 Mandello fa discutere, ma è una gran moto”

Molti si sono fermati all’estetica, che obiettivamente non esprime granché. Ma sotto le forme c’è un gran motore da 115 cavalli e una piattaforma completamente nuova. Prevedo che dopo la Mandello arriveranno moto entusiasmanti
29 novembre 2021

Ciao a tutti! Cosa vi resta negli occhi e nel cuore dopo queste due settimane di Motofestival e di Eicma? Novità, voci, foto e video: il mondo virtuale si è fuso con quello reale per chi, come noi e come molti di voi, a Milano c’è andato. Dopo un anno di astinenza è stato bello tornare a fare il pieno di sensazioni vere, e posso testimoniare che il filtro della mascherina non ha compromesso l’evento. 

A me hanno colpito tante novità, e in particolare le Triumph e la nuova generazione delle moto cinesi. Mi ha un po’ allarmato la folla dei giorni più tosti come venerdì e sabato, mi ha divertito qualche incontro speciale con i piloti, da Valentino e Vinales fino a un “ragazzo” piemontese che correva con me nel 1974 e domenica non riusciva a staccare gli occhi dalle ragazze. Non so come mi abbia visto.

E poi c’è la Guzzi V100 Mandello. I lettori sono divisi: per qualcuno è fantastica, per altri è deludente, l’entusiasmo per quella che appare una piattaforma completamente nuova e decisamente interessante si alterna alla sensazione di un’occasione sprecata.

Personalmente sono contento, direi soddisfatto all’ottanta per cento. Non mi convince l’estetica, non capisco bene quale categoria di moto voglia rappresentare e penso che si sarebbe potuto osare di più. Però mi piace moltissimo il nuovo motore da 115 cavalli raffreddato a liquido, con i cilindri ruotati di 90 gradi, e anche la ciclistica mi convince: i tecnici di Aprilia non ne sbagliano una, sono pronto a scommettere che offrirà una bellissima guida.

Dallo staff tecnico e commerciale raccolgo diverse voci. Su questa piattaforma V100 si lavora da anni, negli ultimi mesi c’è stata una bella accelerazione, c’era la voglia di celebrare il centenario e c’è pure l’esigenza di dare una risposta ai mercati esteri, soprattutto del nord Europa, che vogliono una nuova Guzzi più grossa, almeno una 1.000. 

Nel look a me pare una Breva rivista in chiave moderna e non mi fanno gridare al miracolo le appendici aerodinamiche “attive”. Però mi assicurano che la Mandello è la “sport tourer semplice” che mancava, uscirà con maniglione e borse per viaggiare. E le vendite la premieranno perché i contenuti tecnici sono alti e dovrebbe costare sui 14 o 15 mila euro. 

Nel dubbio, sapete che faccio? Telefono a Vitto Guareschi che le Guzzi le vende, le prepara, le fa correre e soprattutto le ama, visceralmente e da due generazioni. Gli chiedo un voto secco e onesto, da zero a dieci, e lui dice “otto”. Minimo otto -precisa- perché è la prova che il gruppo crede nel marchio Moto Guzzi, è un investimento importante, abbiamo davanti anni entusiasmanti. Già stanno facendo i collaudi su strada e sono in montaggio le moto definitive: Guareschi aspetta la V 100 Mandello per la metà dell’anno, sempre che non manchino i pezzi per completarla perché purtroppo i componenti si fanno desiderare anche qui, non soltanto nell’auto. 

“Con questa base di moto -aggiunge subito dopo, da grande appassionato- sarebbe una figata fare una vera gara di endurance, se solo si tornasse alle origini invece di far correre delle moto che sono SBK. Da domani mi metto al lavoro per portarla in pista”.

Concludo. Non fatevi condizionare dal look, buono per i mercati nord europei. La nuova V100 Mandello è una gran moto.

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