Nico Cereghini: “La prima uscita, come la fate?”

Nico Cereghini: “La prima uscita, come la fate?”
Da soli o in compagnia, col passeggero o senza? Mezza giornata o un intero fine settimana? E andate subito a cercare le curve o preferite il relax? Una specie di sondaggio per identificare meglio la nostra passione
21 maggio 2019

Ciao a tutti! Passerà pure questo maggio pieno di pioggia! Anche in questo fine settimana, almeno qui al nord, pochissimi motociclisti sulle strade. E quei pochi, visti da vicino sotto gli scafandri anti pioggia, con l’aria mesta di chi si rende conto di aver sbagliato tutto, fin dalla prenotazione dell’albergo o dell’agriturismo con tanto anticipo. Il fatto è che normalmente c’è il sole, in questa stagione dell’anno, e allora, per ingannare il tempo e sognare strade asciutte davanti alle ruote, eccovi una specie di sondaggio a metà tra il metodo e la passione. Per approfondire e riflettere un po’. Di solito, come vi togliete di dosso la ruggine dell’inverno?
 

Mi interessa sapere quale strategia preferite seguire quando organizzate la vostra prima uscita dell’anno a primavera e da mesi non usate la moto. C’è chi gironzola soltanto per qualche ora, solitario sulle strade vicine a casa per rientrare a pranzo la domenica in famiglia, e chi invece organizza una giornata intera, magari addirittura tutto il week end, con qualche amico motociclista o persino con il club di marca che sa organizzare a puntino il percorso e ogni sosta. Voi cosa fate, partite rigorosamente da soli o vi portate dietro il passeggero preferito? Vi muovete con tanti altri motociclisti, con pochi fidati, o addirittura con nessun altro? E che tipo di meta cercate, battete subito i percorsi con tante più curve possibili oppure preferite strade lente e rilassanti? Andate più volentieri al mare, al lago, oppure in collina se è troppo presto per salire in montagna? E vi fermate a mangiare in trattoria, magari pranzo completo in un buon ristorante, oppure preferite senz’altro una breve sosta, seduti in mezzo al verde con pane e salame? Credo che non ci sia una ricetta migliore dell’altra, però anche da queste cose si capisce che tipo di motociclista siamo. Per esempio chi ha un po’ di timore addosso e magari non si sente tanto disinvolto alla prima uscita –e lo capisco- ebbene è meglio che parta da solo o tutt’al più con un amico fidatissimo.
 

Perché, come sempre, è molto meglio soli che male accompagnati. Anni fa conoscevo (e non frequentavo) una compagnia di smanettoni che tiravano dentro tutti quelli che avevano la moto “da sparo” e non sapevano distinguere tra i veri esperti e quelli che recitavano la parte solo per essere all’altezza della loro moto. Naturalmente innescarono una serie di incidenti pesanti. Persino nelle compagnie “turistiche” si possono correre dei rischi, se c’è (e quasi sempre c’è) qualche corpo estraneo che non ha ancora capito bene le regole. Dunque il mio consiglio per la prima uscita è: soli, oppure con gente nota e affidabile. Poi ogni strada è buona, soprattutto se riuscite a trovarla poco trafficata. Il massimo sarebbe, per chi se lo può permettere, uscire nei giorni feriali e non festivi.
 

Quando mi sento in vena di dispensare consigli –e all’inizio di ogni stagione me ne sollecitano tanti- devo sempre ricordarmi di una cosa. Che, sulla scelta della moto, prima devo informarmi bene intorno ai gusti e all’esperienza del mio interlocutore e poi, comunque sia, è meglio che rimanga sulle generali. Ho imparato che il tipo di utilizzo della moto non deve vincolare necessariamente la scelta. Perché la verità è che vanno bene tutte, per noi motociclisti. E tutti sono convinti di scegliere la più bella. Certo non tutte le moto sono uguali, non tutte sono state progettate e costruite per lo stesso impiego e lo sappiamo, ma conosco motociclisti felici che vanno a Capo Nord con la CBR e la zavorrina, caricati con borse e zaini e tutto, e quelli che si comprano la Adventure da ventiduemila euro con le borse in alluminio da deserto e girano solo in città o tutt’al più si spingono nell’Oltrepo Pavese. Contenti loro, perché dovrei spingerli in diverse direzioni? Per cambiare c’è sempre tempo. Vedo addirittura scooteristi felici che fanno cinquecento chilometri al giorno; e vi dico la verità: un po’ li invidio. Non per lo scooter, naturalmente, per la invidiabile tenuta della loro schiena.

NICO - Prima uscita
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