Nico Cereghini: “Le statistiche, sempre in ritardo, sugli incidenti stradali”

Nico Cereghini: “Le statistiche, sempre in ritardo, sugli incidenti stradali”
ACI e Istat pubblicano ora i dati 2020, per province, della mortalità sulle strade. Le vittime sono fortunatamente calate e 37 province italiane hanno rispettato gli obiettivi europei. Ma senza i lockdown sarebbe andata molto peggio: si fa troppo poco per la sicurezza stradale
11 ottobre 2021

Ciao a tutti! Mi sorprende, regolarmente e da molti anni, il ritardo di certe statistiche: per avere i dati dell’anno 2020 –in questo caso gli incidenti stradali nelle province italiane- occorre attendere quasi dieci mesi. Non sono l’unico a stupirsi, lo dicono tutti gli operatori che tante cose non funzionano a partire dal sistema di raccolta dati. Però non vedo alcun progresso e non riesco a rassegnarmi. 

Va bè, andiamo oltre. In questo caso, Istat e ACI hanno elaborato i dati provinciali dell’incidentalità e va premesso che la situazione è stata fortemente condizionata dalla pandemia e anche dalle differenti tempistiche dell’entrata in vigore dei lockdown. Così, nel 2020 abbiamo avuto 118.298 incidenti registrati contro i 172.000 del 2019, che hanno provocato 2.395 decessi contro i ben 3.173 dell’anno precedente; i feriti sono stati 159.248 contro gli oltre 240.000. Ma non c’è da stare allegri, perché se il 2019 aveva visto sul 2018 un leggero calo della mortalità, il 2021 sembrerebbe nerissimo. Aspettiamo, pazientemente, la conferma dei dati. 

L’allarme viene dalla considerazione che, nonostante i tanti periodi di lockdown del 2020, in 17 province (su 107) il numero dei morti è addirittura aumentato. Sulla lista nera ci sono Oristano (+140%), Barletta con Adria e Trani (+120%) e Sud Sardegna (+76,5). La Sardegna è (per fortuna) la sola regione che ha più vittime dell’anno prima.

Le province più virtuose sono state invece Trieste, Vibo Valentia, Gorizia e infine Aosta che non ha registrato alcuna vittima; ma anche Milano, Genova, Savona, Prato e Rimini hanno avuto un tasso di mortalità inferiore alla media nazionale. In alcune province della Lombardia, dove il Covid ha colpito duro e il lockdown è iniziato prima, il calo è stato molto netto, dal 38 al 40%. 

Naturalmente i costi sociali sono proporzionati alla gravità del fenomeno e le grandi città come Roma e Milano totalizzano rispettivamente 945 e 635 milioni di euro, seguite da Napoli e Torino con 377 e 370 milioni. Ma rispetto alla popolazione sono Piacenza, Genova e Livorno le tre province con il maggior costo sociale.

Infine, trentasette province italiane hanno raggiunto l’obiettivo EU-2020, che era la riduzione del cinquanta per cento delle vittime della strada. Ma ripeto, “grazie” alla pandemia che ha ridotto di molto la libertà di circolare sulle nostre strade, viceversa temo che nessuna provincia ci sarebbe riuscita. E sapete qual diventa ora l’obiettivo? Meno cinquanta per cento delle vittime nei prossimi dieci anni, entro il 2030.

E’ superfluo dire che dobbiamo fare la nostra parte? No che non lo è: alla guida della nostra moto vediamo ancora troppe cose che invece di ridurre il pericolo lo creano. Come buche, segnaletica, gente che guida ubriaca o smanettando sullo smartphone, controlli quasi zero eccetera eccetera. Siamo indietro, inutile illuderci. Ma vediamo anche tanti motociclisti che sembrano andarselo a cercare, l’incidente.

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