Nico Cereghini: "Lorenzo è disperato, come lo era Cadalora"

Nico Cereghini: "Lorenzo è disperato, come lo era Cadalora"
Luca Cadalora nel 1993 non poteva guidare la moto che vinceva con Rainey, che a sua volta guidava come Marquez facendo derapare il posteriore. Poi spuntò un coraggioso ingegnere che risolse il problema. Per Jorge è durissima, e ogni epilogo è ancora possibile
13 agosto 2019

Ciao a tutti! Della succosa intervista a Cadalora della settimana scorsa non vi sarà sfuggito un passaggio su Lorenzo: «Temo che alla Honda non sappiano nemmeno cosa sta dicendo, e nulla cambierà - ha detto Luca - fino a che non troverà qualcuno che crede in lui; come è successo a me in Yamaha, con la moto che vinceva con Rainey e che io non potevo neanche guidare».

Era la stagione 1993, Cadalora aveva appena conquistato due titoli mondiali in dueemmezzo con la Honda di Kanemoto e passava in 500 nel team Roberts, sulle Yamaha ufficiali di fianco a Rainey. Luca scoprì immediatamente che la YZR, perfetta per lo stile di guida di Wayne, per lui era semplicemente inguidabile.

Allora un pilota dei nostri non poteva nemmeno concepire che una moto si potesse guidare con la derapata del posteriore: per noi della scuola europea era la ruota davanti, erano la precisione e il feeling con l'anteriore che contavano. Luca chiese delle modifiche alla geometria della moto, Kenny Roberts gli rispose "non se ne parla", quella moto vinceva il titolo dal 1990 e non si sarebbe toccata.

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Vi ricorda niente? A me sembra esattamente la trama del film di Lorenzo e Marquez: c'è una moto che per il nuovo arrivato è un mostro

Vi ricorda niente? A me sembra esattamente la trama del film di Lorenzo e Marquez: c'è una moto, in questo caso Honda, che il pilota di casa inserisce nella curva derapando con il posteriore e che per il nuovo arrivato è un mostro, un attrezzo sconosciuto. Il titolare vince a raffica da anni, l'altro è fortissimo ma soffre e pare bloccato.

Cadalora aveva trent'anni, tre titoli in tasca, esperienza, grande passione per la tecnica e molta ambizione. Fu dura per lui prendere paga in 500 e non potersi difendere.
Fino a che, a metà stagione, ebbe l'occasione di confrontarsi con Warren Willing, ingegnere australiano ed ex pilota che in quel 1993 guidava per Kenny il team sviluppo. Warren, che è scomparso quattro anni fa, trovò intelligenti le osservazioni di Luca e disse a Roberts che valeva la pena di provarci e lavorare sulla 500.
In pochi GP tutto cambiò: Cadalora vinse a Donington, poi a Misano, e si prese altri due podi in quel finale di stagione.

Forse, per inciso, pochi ricordano quella sua prima vittoria in Gran Bretagna: Doohan che fa strike all'inizio gara e abbatte Schwantz e Barros, Rainey con il male alla schiena per una caduta precedente, il muretto Yamaha che segnala all'italiano di far passare il caposquadra, Luca che se ne frega. «Kenny voleva ammazzarmi - mi raccontava Cadalora - e nel dopogara mi ha insegnato tutte le parolacce del repertorio yankee. Ma poi è andata».
Il secondo successo arrivò nel GP d'Italia a Misano quel maledetto 5 settembre, quando Rainey inseguiva, cadde con quella dinamica terribile e da allora purtroppo è sulla sedia a rotelle. Naturalmente lì tutto cambiò nella squadra di Roberts, anche se Luca restò competitivo, fu secondo nel mondiale dietro a Doohan l'anno dopo, continuò a vincere gare anche nel 1995. E Lorenzo?

Jorge ha vinto nella top class ben più di Cadalora, ma al momento non ha un Warren Willing che lo salvi.
Se in Ducati ha fatto fatica (ventitré GP prima di ingranare davvero...) pur avendo Gigi Dall'Igna che lo apprezzava, lo ascoltava e lo seguiva, come farà in Honda e con tutti gli incidenti che lo hanno fiaccato? Troverà un tecnico in grado di capirlo e aiutarlo? Oppure tutti gli ingegneri sono soggiogati da re Marquez che dal 2013 domina nel box e in pista?

Tantissimi dubbi, ma ve ne propongo uno in più: sicuri poi che davvero resterà alla Honda? Anche Zarco pareva indissolubilmente legato a KTM...

Editoriale Nico_13-08-2019