Nico Cereghini: “Marquez (e Acosta), pepe sulla MotoGP”

Nico Cereghini: “Marquez (e Acosta), pepe sulla MotoGP”
Con Marc sulla Ducati, dopo quattro stagioni abbiamo finalmente la possibilità di capire quanto valgono gli ultimi campioni del mondo. Perché lui è ancora fortissimo, ne sono sicuro. Dovrà “soltanto” controllare la sua voglia di stravincere e dominare
15 gennaio 2024

Ciao a tutti! A giorni inizieranno le presentazioni delle varie squadre, le dichiarazioni dei protagonisti rimbalzeranno sui media e sui social, ciascuno vorrà dire la sua nei commenti, si alzerà un polverone da record. Bello, se si ama il casino. Bello anche per aumentare l’interesse sulla MotoGP. Ma preferisco dire la mia sulle novità 2024 adesso, e poi tacere aspettando che parlino i motori.

La mossa di Marquez è una gran bella ciliegina sulla torta, per chi ama la MotoGP. I perché e i come mi interessano poco, soltanto Marc e Puig sanno come hanno chiuso la porta in Honda e se la riapriranno. Quello che conta è che il 93 sulla Ducati ci offre finalmente la possibilità di misurare i valori in campo: quanto vale lui e soprattutto quanto valgono i campioni di prima fila Bagnaia, Martin, Bezzecchi e Bastianini. E indirettamente anche quelli come Quartararo, Aleix e Vinales, Binder, Rins, Marini… Quanto vale anche lo stesso Pedro Acosta, che tutti vedono fenomenale.

Certo, sarebbe ancora meglio se ci fosse più equilibrio tra le moto e non ci fossero otto Ducati e l’Aprilia avesse piloti più consistenti e la KTM pure e i giapponesi non fossero così in ritardo. Ma questa è la realtà, non si può fare altro che accettarla e poi non è così terribile: vi assicuro che abbiamo vissuto tempi molto più sbilanciati di questi.

Marquez come strumento di misura. E’ dal 2020, prima con la laurea di Joan Mir, poi con quella di Fabio Quartararo, poi con la consacrazione di Pecco Bagnaia dal 2022, che diciamo: “Sì, bravi, veloci, tosti, tutto quello che volete, ma se ci fosse stato anche Marc Marquez in forma...?”. Adesso Marc è tornato fisicamente in forma, braccia e spalle sono quelli di prima. Adesso finalmente sapremo.

Questo è l’aspetto della vicenda che mi piace sottolineare. Trascurando di proposito i temi complessi che ne conseguono. Due in particolare: come sarà gestito il clima tra i piloti Ducati, e come Honda reagirà davvero nei prossimi anni allo smacco subìto. Se la vedranno loro, sono tutti maggiorenni e... vaccinati (una volta si diceva così e nessuno si agitava).

Piuttosto torno su Marc Marquez per indagare intorno alle domande che tutti si fanno: è ancora quello di prima? E poi: è il più forte di tutti? Personalmente alla prima questione dico sì: penso che Marc sia ancora quello di prima, come minino al novanta per cento. Recuperato fisicamente e pure mentalmente, con la stessa reattività e la stessa voglia. E un Marquez al novanta per cento è più che sufficiente per puntare al titolo mondiale.

Ma non credo che sia il più forte di tutti. Innanzitutto perché la concorrenza in queste ultime quattro stagioni è cresciuta molto e abbiamo fior di campioni che, mia opinione, se la giocheranno alla pari. E poi perché Marc è un pilota straordinario ma con un limite molto chiaro: a lui non basta vincere, vuole stravincere, vuole dominare. Con questa impostazione di errori ne ha fatti tanti e ha già pagato pesantemente per la sua irruenza. Penso che dovrà cambiare atteggiamento, se vuole dimostrare di essere il più forte e vincere il nono titolo.

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