Nico Cereghini: "Melandri e Dj Ringo"

Nico Cereghini: "Melandri e Dj Ringo"
Molti dicono di amare la SBK, e poi sono incontentabili: il pre-gara col dj non gli garba e il rientro di Melandri neppure. Ma la SBK non è mai stata trattata così bene in tivù, e poi servono richiami per il grande pubblico
2 agosto 2016

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Ciao a tutti! Nei tre quarti d'ora dello Speciale sulla SBK ho dimenticato di chiedere a Giulio Rangheri come mai nelle telecronache di Mediaset hanno infilato Dj Ringo e Carlotta, una domanda che tanti di voi - si capisce dai commenti - avrebbero voluto fare. In realtà mi ero segnato l'appunto in scaletta per il finale, quando si parlava di ascolti TV; poi come al solito gli argomenti si accavallano e nella concitazione mi è scappata.

La risposta la immaginavo, e nei minuti precedenti alla registrazione, mettendo a punto i dettagli, ho detto a Giulio. "Guarda che poi ne parliamo". E lui mi ha confermato che la scelta di Ringo e di Carlotta deriva dalla voglia di rendere più popolare la SBK. «Noi lo sappiamo - ha precisato - che allo zoccolo duro degli appassionati questo genere non garba tanto, però vogliamo parlare a un pubblico più vasto possibile, perché con i numeri dei soli appassionati non faremmo tanta strada. E poi siamo abbastanza sicuri che gli appassionati abbiano comunque il miglior servizio: Alberto Porta, Ronnie Mengo, Max Temporali, sono voci preparate, molto apprezzate da anni...».

E io la penso come Giulio. Sono collaboratore di Mediaset dal 1985, dei motori in televisione un po' ne so. Ogni direttore di rete vuole vedere dei risultati, i numeri degli appassionati non bastano. E mi spingo un po' oltre. Anche ammesso che i giochetti di Ringo prima del via - quando ruba i guanti al pilota di turno o cerca di infilarsi il casco all'altro pilota per partire al posto suo - possano dare fastidio al purista, come si fa a criticare Mediaset per questo? Anche Carlotta può sembrare estranea al nostro mondo, ve lo concedo, ma se bastano queste sfumature per farvi andare lo spettacolo di traverso, allora dovete essere piuttosto pignoli. E di scarsissima memoria. Perché la SBK non è mai stata raccontata così bene come nelle ultime tre stagioni.

Vi rinfresco un po' i ricordi. Dal '95 al '97, il mondiale delle derivate era trasmesso da Telepiù, criptato; dal 1999 la Rai passava qualche gara, non tutte, negli orari più improbabili. Poi TMC, e La 7 (che finalmente ci dava anche il mondiale Supersport), detentrice dell'esclusiva. Il mitico Di Pillo si sgolava e ci metteva l'anima, va bene, ma non disponeva nemmeno di un inviato dentro i box. Qui abbiamo due voci in cabina, spesso anche Max Biaggi, e fior di inviati nel paddock, gente che si è fatta le ossa in MotoGP e che, come Porta, ha seguito anche Dakar e mondiale cross per anni. E lo stesso Dj Ringo non è uno sprovveduto, ed è pure un motociclista appassionato.

Leggo alcuni commenti sull'altra vicenda SBK di questi giorni: il ritorno di Marco Melandri.

Anche a me Melandri non convince del tutto, bella manetta ma persona troppo complicata; anch'io preferirei vedere promosso un giovane e ho già in mente un paio di nomi. Però capisco la mossa, e alla fine l'approvo. Servono nomi noti, servono numeri in tivù prima ancora che sugli spalti, altrimenti la SBK torna indietro. E questo non significa spendersi per il business a scapito dello sport: questo serve allo sport. Chi non lo capisce, non fa i conti con la realtà.

 

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