Nico Cereghini: “Milano senza Vigili e il sindaco tace”

Nico Cereghini: “Milano senza Vigili e il sindaco tace”
Anche dal Corriere della Sera arriva la richiesta di avere più Vigili nelle vie della città. Ma l’Amministrazione tace e l’unica risposta che noi abbiamo avuto è stata quella, offesissima, della categoria: siamo agenti di polizia locale, perbacco!
16 ottobre 2023

Ciao a tutti! Non siamo soli quando chiediamo, come abbiamo fatto in questo spazio un mese fa, di avere più Vigili sulle strade di Milano. Precisiamo che lo sappiamo benissimo, da anni è corretto dire “agenti della polizia locale”; ma la situazione è quella e da qualche tempo anche il prestigioso Corriere della Sera batte su questo tasto - anche qui usando il termine Vigile, che è immediatamente comprensibile - nella rubrica Lettere a Giangiacomo Schiavi.

Sul quotidiano era arrivata per prima la lettera del fratello di Tommaso Pignataro, l’ex primario travolto a Milano sulle strisce pedonali e morto all’inizio di ottobre, che implorava “più Vigili in strada!” Poi erano stati pubblicati tanti altri messaggi sullo stesso tono, il collega Schiavi aveva chiesto pubblicamente un risposta da parte dell’Amministrazione, nulla era arrivato fino alla lettera di un Vigile anonimo, comparsa il 12 ottobre.

Questa persona si firmava “un vigile deluso”, affermava di far parte da 26 anni del corpo di polizia municipale e di aver lavorato i primi anni agli incroci; era molto esplicito: avete ragione a chiedere più vigili sulle strade - scriveva - ma paghiamo una scelta politica scellerata: è mancato il turnover, sono stati creati tantissimi nuclei chiamati da altre forze perché competenti e professionali e “sulla strada non è rimasto nessuno e il risultato è l’anarchia totale”.

Le reazioni non sono state quelle attese. Un lettore ha sostenuto che anche i sindacati hanno la loro responsabilità per lo “scandaloso accordo”, un altro ha ricordato che il comune “fin dal 1° luglio 2020 si era impegnato a riavviare il servizio dei Vigili di Quartiere, mai visto”. E ancora, una lettrice vedeva irregolarità di tutti i tipi sui marciapiedi del centro, vedeva anche passare le auto della polizia locale “ma nessuna che si fermi...”

Dal Sindaco, dall’assessore o dal Comando, benché ripetutamente sollecitati da Schiavi, nessuna risposta. O meglio, una risposta indiretta è arrivata con l’istituzione della “Task Force per la sicurezza urbana e la mobilità attiva”: sei membri scelti tra sostenitori della bicicletta, docenti e professionisti, immediatamente contestati dalle categorie non rappresentate, commercianti e automobilisti in testa.

Verrebbe persino da sorridere, ma non si può prendere questo tema alla leggera. In primis per le vittime delle strade cittadine e per le loro famiglie, certamente, e poi anche per le conseguenze che ogni scelta comporta. Penso alla salute degli operatori stessi, degli agenti di polizia locale intendo. L’aria della pianura Padana ha una qualità infima e a Milano è micidiale, c’è poco da stare tranquilli per chi deve o dovrebbe lavorare magari per ore, in mezzo al traffico. E siamo tutti convinti che, prima ancora dei controlli, servano educazione, rispetto, anche campagne specifiche.

Ma intanto una soluzione per questa città che diventa una giungla va trovata e si deve partire dal dialogo. Quello vero, non quello tra i membri di una Task Force arbitrariamente selezionata. Si potrebbe partire, magari, con una risposta del Sindaco a Giangiacomo Schiavi e ai suoi lettori sul Corriere della Sera. E con il ribattere civilmente a chi critica. Non avete idea di quanti insulti mi siano arrivati dagli agenti della Polizia Locale dopo il mio editoriale del 7 settembre scorso. Abbiamo osato definirli Vigili! Uuh, peccato mortale!

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