Nico Cereghini: “Morire a sedici anni”

Nico Cereghini: “Morire a sedici anni”
Inaccettabile una fine così prematura. E terribile credere che, come riportano le cronache, fatale sarebbe stata una collisione nel corso di un’acrobazia con la moto
28 novembre 2017

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Ciao a tutti! La notizia che arriva da Montelupo Fiorentino è di quelle che fanno accapponare la pelle: un ragazzo di soli sedici anni è morto, e due suoi coetanei sono rimasti feriti, in uno scontro tra due o forse tre moto. E non sembra che si sia trattato di un incidente stradale, ma piuttosto - come riporta la cronaca locale - sarebbe stata una collisione accidentale nel corso di un “virtuosismo”: insomma, di una acrobazia, nel viale di una zona industriale quasi deserta la domenica, nel corso di “un raduno di biker non autorizzato”. Una fotografia, pubblicata da un giornale on line, mostra una 125 carenata gravemente danneggiata, la forcella divelta e la ruota anteriore lontana.


La questione è molto delicata, ancora non sappiamo come è andata veramente, c’è una vittima giovanissima e più di una famiglia nell’angoscia, questi non sono temi da trattare a cuor leggero. Il primo pensiero è per quel povero ragazzo, uno studente appassionato di moto, che aveva tutta una vita davanti e affetti e amori e tante giornate ancora da scoprire. Oggi piangiamo insieme a chi gli voleva bene. Poi la mente vaga, e da motociclisti immaginiamo che, se davvero è andata come si legge, probabilmente non si trattava di un raduno come lo intendiamo noi, ma forse di un appuntamento tra ragazzi che poi è sfociato in qualche sfida un po’ spinta. Come molti di noi hanno fatto prima dei vent’anni, come io stesso ho fatto a quell’età anche se non c’era Facebook e non c’erano i gruppi su Whatsapp per richiamare tutti gli amici: con le moto smarmittate intorno allo stadio di San Siro, a fare lo slalom cronometrato tra gli alberi, pronti a cambiare aria se si vedevano i vigili in lontananza. Sì, sono stato anche molto stupido, da ragazzo, e chi è senza peccato scagli la prima pietra. La famosa scena del film “Gioventù bruciata”, con James Dean che lanciava l’auto verso uno strapiombo sul mare per poi gettarsi fuori all’ultimo istante e dimostrare tutto il suo coraggio, dice che, da sempre, molti ragazzi sono attratti dalle sfide estreme.


Poi però deve nascere la consapevolezza e il senso della responsabilità. Noi ci stiamo attenti, sul sito non siamo mai ambigui sul tema della sicurezza, casco in testa ben allacciato e prudenza sempre. E anche noi parliamo ai giovani, che ci seguono con affetto crescente, come dimostrano i commenti ai nostri video e le testimonianze ad Eicma. E qui voglio chiamare in causa qualche YouTuber che conosciamo, o almeno quelli più esagerati. Voglio essere diretto, con loro:


“Voi vi sentite dei fenomeni quando impennate sulla strada in mezzo al traffico o quando correte a tutta velocità ignorando i limiti. Ma le vostre pagine sono seguite da migliaia di ragazzi, molti dei quali sono giovani e inesperti e tenteranno di imitarvi. Voi cercate una notorietà facile e veloce, ma dovete rendervi conto che il vostro esempio può diventare un’arma, può fare del male fino alle conseguenze più estreme. Ve lo dico da fratello maggiore, non da padre o da professore: datevi una calmata”.


E voi ragazzi, attenti a quelli che pur di piacervi sono pronti a fare le caxxate più spettacolari: non hanno altri strumenti, e in realtà non sono degli eroi, non sono dei grandi motociclisti, sono dei poveretti.

 

Foto: Il Tirreno

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