Nico Cereghini: "La moto riscalda anche col gelo"

Nico Cereghini: "La moto riscalda anche col gelo"
Una volta circolavo senza casco né guanti, non me li potevo permettere. Adesso è diverso l’abbigliamento, ma resta la scoperta che feci allora: andare in moto è salutare non soltanto per l’anima. Con prudenza, certo | N. Cereghini
26 novembre 2013

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Ciao a tutti! Quando gironzolavo in città con la mia Laverda SF 750 rosso scuro, appena ieri, i guanti non li avevo e il casco non lo usavo. Erano gli anni Settanta, il concetto della sicurezza era ancora primitivo, si fumava allegramente anche nei cinema e nei ristoranti, nessuno ci aveva detto che il fumo faceva male. Per le fotografie delle “prove su strada”, quelle che andavano su Motociclismo, il casco c’era sempre, e posso dire che furono proprio i collaboratori della mia generazione (De Prato, Verrini, Falletta ed io) a convincere il vertice operativo del mensile, la santissima trinità dell’epoca, ad abbandonare finalmente coppola e berretto. Carlo Perelli che era il capo-redattore, e Mario Colombo, storico collaboratore, fecero notevoli resistenze (“ma come? il casco anche sulla Vespa 200?”), mentre Roberto Patrignani, che in moto ci correva pure, fu rapido ad adeguarsi. Diciamo la verità: il casco era allora un elemento spettacolare per le occasioni speciali –la prova per il giornale, i viaggi lunghi, le prime uscite in pista- altrimenti niente, testa nuda. Siamo tutti dei sopravvissuti.

Adesso che sta arrivando l’inverno e comincia a far freddo sul serio, il casco mi serve anche per tenere la testa al caldo. E mi chiedo: com’è che a vent’anni mi bastava un berretto di lana, l’eskimo e tutt’al più una sciarpa? Come facevo ad accontentarmi delle muffole da sci per le due mani? Faceva meno freddo allora oppure ero io, semplicemente, a resistere meglio? Perché di chilometri ne facevo tanti, anche se malissimo equipaggiato. La seconda ipotesi –valutando anche il fatto del progressivo riscaldamento del pianeta- mi sembra l’ipotesi più giusta. Con il tempo, si perde un po’ della capacità di combattere. Non tanta, col cavolo che lascio la moto dentro il box anche a Natale. Ma un pochino sì. Meno male che il progresso ci ha dato materiali più efficienti.

La verità è che la moto riscalda in sé, e questa è la scoperta più importante che ho fatto negli anni

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Non avete idea della fortuna che avete. Voi motociclisti di oggi disponete di informazioni adeguate e di capi tecnologicamente avanzati. Guidate più sicuri e certamente più caldi. Ma la verità è che la moto riscalda in sé, e questa è la scoperta più importante che ho fatto negli anni. Quelli che in moto non ci vanno, ci guardano sospettosi quando avanziamo nella nebbia e nel gelo. “Masochisti”, pensano in cuor loro. Invece il masochismo non c’entra e nemmeno la passione, da sola, spiega il fenomeno: il fatto è che andare in moto mette in circolo sostanze benefiche all’organismo. Chi guida la moto anche d’inverno si ammala meno di quelli che usano soltanto la macchina. E sono sicuro che i motociclisti come me, quelli da dodici mesi l’anno, sono perfettamente d’accordo.

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