Nico Cereghini: "Oggi un mio racconto, ci provate anche voi?"

Nico Cereghini: "Oggi un mio racconto, ci provate anche voi?"
Questo è il mio raccontino, senza pretese. Se volete, massimo 4.000 battute, soggetto motociclistico, libertà assoluta. Il migliore (per noi) andrà sul sito. E anche l’autore | N. Cereghini
6 dicembre 2010


Nico scrive un bel pezzo di fantasia - l'abbiamo trovato semplicemente geniale! - e vi propone di fare altrettanto. Il racconto migliore andrà sul sito e saremo felici di riceve l'autore qui in redazione insieme a Nico. Ora tocca a voi, sotto con la tastiera: mandate il testo al nostro indirizzo, [email protected]

 

Il racconto di Nico

Gerolamo è giù di morale, le cose gli vanno male, è precario in tutto, dall’amore al lavoro, proprio infelice, e una mattina incontra la fata che gli dice esprimi un desiderio.
Lui vorrebbe essere Valentino Rossi per una settimana. Non c’è problema -dice la fatina- Rossi, o Napoleone, o Marco Polo per me è la stessa cosa. Sì, però Gerry non vuole uno di quegli scambi provvisori in cui ciascuno dei due –in questo caso lui e anche Valentino- perde la memoria dell’identità precedente, fa la sua settimana, poi torna nella pelle di prima e non ricorda più niente. Perché così è come non farlo, lo scambio, non ci si accorge neanche.

E come facciamo allora, chiede la fatina, perché non è mica semplice. Facciamo, propone lui, che io divento Valentino, faccio quello che fa lui, parlo con la sua vocetta e l’accento romagnolo, e frequento tutti quelli che conosce lui, da Uccio all’ultimo degli abitanti di Tavullia, e bacio la sua fidanzata e guido la sua Ferrari e la sua barca e la sua moto da cross, e gioco come lui alla Play Station, però nel cervello resto io. Così poi mi ricorderò tutta la vita questa bellissima settimana.
E con Rossi come si fa –domanda la fata- anche lui si ricorderà di essere stato te? Ma no no, meglio di no, dice Gerry, tanto per Valentino non ci sarà niente di particolare da ricordare.

E allora, messi a punto finalmente tutti i dettagli, la fatina chiede: sei pronto? Sì. Un tocco di bacchetta magica e pof, lo scambio si fa. E’ il 5 giugno 2010, sabato, sono le 10.39 del mattino e Gerolamo si ritrova improvvisamente sulla pista del Mugello, in sella alla moto numero 46, sparato fuori a 160 all’ora dalla curva Correntaio, aggrappato al manubrio col cuore che picchia a martello. La pista fa subito una curva secca sulla sinistra, Gerry disperato tenta di buttare giù la moto per provare a farla, la curva, ma perde il controllo e si schianta.

“Non so bene cos’è successo -dirà Valentino Rossi nelle interviste, tempo dopo- i miei ricordi sono un po’ sfumati. Ho la sensazione di volare, di rotolare, ho visto poi le immagini e sarà stato spaventoso, ma non ho un ricordo preciso del dolore. Eppure chissà che male: l’osso che si spezza, la gamba disarticolata, il terrore, poi l’ospedale, l’operazione. La prima settimana deve essere stata terribile, ma non è rimasta registrata bene, come se l’avesse vissuta un’altra persona”.

Gerolamo invece si ricorda tutto ma non lo dice a nessuno, cos’è successo. La gente crede che Valentino sia caduto per la gomma fredda, invece è volato via perché lui non è stato capace di tenere la moto. E non è bello da confessare. Ma proprio quel giorno lì doveva essere Valentino Rossi? E porca boia che dolore, una settimana di merda che dire merda è dire poco. Meno male che poi è passata e a lui non resta né chiodo nella gamba né cicatrici né niente. L’unica settimana della vita che era meglio essere Gerry piuttosto che Vale. 

Ascolta l'audio di Nico nel box in alto a sinistra
 

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Aggiornamento della redazione

Quanti racconti! Ringraziamo i lettori per la creatività e la fantasia che hanno riversato negli scritti giunti in redazione. Ora sta a Nico ritagliarsi un po' di tempo per leggerli tutti, e scegliere il migliore!


 

 

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