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Nico scrive un bel pezzo di fantasia - l'abbiamo trovato semplicemente geniale! - e vi propone di fare altrettanto. Il racconto migliore andrà sul sito e saremo felici di riceve l'autore qui in redazione insieme a Nico. Ora tocca a voi, sotto con la tastiera: mandate il testo al nostro indirizzo, [email protected]
Gerolamo è giù di morale, le cose gli vanno male, è precario in tutto, dall’amore al lavoro, proprio infelice, e una mattina incontra la fata che gli dice esprimi un desiderio.
Lui vorrebbe essere Valentino Rossi per una settimana. Non c’è problema -dice la fatina- Rossi, o Napoleone, o Marco Polo per me è la stessa cosa. Sì, però Gerry non vuole uno di quegli scambi provvisori in cui ciascuno dei due –in questo caso lui e anche Valentino- perde la memoria dell’identità precedente, fa la sua settimana, poi torna nella pelle di prima e non ricorda più niente. Perché così è come non farlo, lo scambio, non ci si accorge neanche.
E come facciamo allora, chiede la fatina, perché non è mica semplice. Facciamo, propone lui, che io divento Valentino, faccio quello che fa lui, parlo con la sua vocetta e l’accento romagnolo, e frequento tutti quelli che conosce lui, da Uccio all’ultimo degli abitanti di Tavullia, e bacio la sua fidanzata e guido la sua Ferrari e la sua barca e la sua moto da cross, e gioco come lui alla Play Station, però nel cervello resto io. Così poi mi ricorderò tutta la vita questa bellissima settimana.
E con Rossi come si fa –domanda la fata- anche lui si ricorderà di essere stato te? Ma no no, meglio di no, dice Gerry, tanto per Valentino non ci sarà niente di particolare da ricordare.
E allora, messi a punto finalmente tutti i dettagli, la fatina chiede: sei pronto? Sì. Un tocco di bacchetta magica e pof, lo scambio si fa. E’ il 5 giugno 2010, sabato, sono le 10.39 del mattino e Gerolamo si ritrova improvvisamente sulla pista del Mugello, in sella alla moto numero 46, sparato fuori a 160 all’ora dalla curva Correntaio, aggrappato al manubrio col cuore che picchia a martello. La pista fa subito una curva secca sulla sinistra, Gerry disperato tenta di buttare giù la moto per provare a farla, la curva, ma perde il controllo e si schianta.
“Non so bene cos’è successo -dirà Valentino Rossi nelle interviste, tempo dopo- i miei ricordi sono un po’ sfumati. Ho la sensazione di volare, di rotolare, ho visto poi le immagini e sarà stato spaventoso, ma non ho un ricordo preciso del dolore. Eppure chissà che male: l’osso che si spezza, la gamba disarticolata, il terrore, poi l’ospedale, l’operazione. La prima settimana deve essere stata terribile, ma non è rimasta registrata bene, come se l’avesse vissuta un’altra persona”.
Gerolamo invece si ricorda tutto ma non lo dice a nessuno, cos’è successo. La gente crede che Valentino sia caduto per la gomma fredda, invece è volato via perché lui non è stato capace di tenere la moto. E non è bello da confessare. Ma proprio quel giorno lì doveva essere Valentino Rossi? E porca boia che dolore, una settimana di merda che dire merda è dire poco. Meno male che poi è passata e a lui non resta né chiodo nella gamba né cicatrici né niente. L’unica settimana della vita che era meglio essere Gerry piuttosto che Vale.
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Quanti racconti! Ringraziamo i lettori per la creatività e la fantasia che hanno riversato negli scritti giunti in redazione. Ora sta a Nico ritagliarsi un po' di tempo per leggerli tutti, e scegliere il migliore!