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Ciao a tutti! Parto con la domanda centrale, quella che tutti vi state facendo: allora, torniamo in moto? Sul vostro sito preferito trovate ogni giorno notizie, considerazioni e prospettive sull’argomento, oggi lanciamo il nuovo hastag #rimettiamociinmoto che è il nostro manifesto per la Fase 2 delle due ruote e con le moto al centro. Ma la domanda resta lì: torniamo o non torniamo in moto?
E la risposta è no, qualcuno in più sì ma non tutti, non ancora, purtroppo. Da oggi le biciclette sono praticamente sdoganate, questo si capisce bene dal decreto e dai chiarimenti successivi: per necessità di lavoro, per fare la spesa, per acquistare il giornale la bici è libera; ma anche per l’attività motoria e sportiva individuale, e sempre comunque tenendo le distanze. E anche per la moto si apre una possibilità in più. Non più soltanto trasferimenti per lavoro o necessità. Anche per andare a trovare un “congiunto” possiamo usare la moto. E poi anche per andare a camminare o correre in montagna o sulle spiagge dove concesso.
Da oggi 4 maggio, infatti, chi intende andare a camminare in montagna o lungo le marine per tenersi in forma o semplicemente per svagarsi - quella che nel decreto viene definita attività motoria o sportiva - può raggiungere “il luogo individuato per svolgere tale attività” con i mezzi pubblici o con mezzi privati, a scelta. E naturalmente chi ha la moto può andarci in moto. Solo, oppure addirittura con un passeggero se convivente. Non è una possibilità da poco. Anche se confinata nei limiti regionali e “con l’obbligo di rientrare immediatamente al termine dell’attività motoria o sportiva”.
La voglia di moto, così a lungo repressa dentro ogni buon motociclista, fa galoppare la fantasia. Già qualcuno si vede sul passo più vicino a casa ma neanche tanto vicino, con il pretesto di una passeggiata di qualche centinaio di metri. Ebbene, fermi tutti! Non è questo lo spirito della legge. Il governo ha cercato di bilanciare le esigenze di una vita un po’ più normale con la necessità di preservare la sanità pubblica. Ha chiesto espressamente un alto senso di responsabilità per non compromettere la ripresa e precipitare di nuovo nella tragedia della epidemia. Ma il “giro in moto” non è ammesso.
Anch’io faccio appello al vostro senso di responsabilità. Non dimentichiamoci che ci sono ancora moltissimi italiani che lottano per sopravvivere in terapia intensiva, che ci sono centinaia di vittime al giorno, famiglie precipitate nel lutto e altre già finite in povertà. E anche le nostre personali prospettive restano incerte: e se mi ammalo? E se perdo il lavoro? E?
Non scherziamo, non è il caso. Teniamo a bada la nostra scalpitante voglia di moto, ragioniamo, diamo il buon esempio e diffondiamo questa raccomandazione anche agli amici e ai conoscenti. Siamo ai primi di maggio: se tutti saremo responsabili questa estate, facilmente, torneremo tutti in moto e liberi di andare. Diversamente, tutto rischia di saltare.