Nico Cereghini: "Più pericoloso della moto"

Nico Cereghini: "Più pericoloso della moto"
È uno sport estremo di cui non si parla abbastanza: la ricerca dei funghi. Nei boschi c'è gente che rischia moltissimo, si ferisce e si perde. È ora che lo Stato se ne occupi con norme severe, obblighi e divieti. Perbacco!
6 settembre 2016

Punti chiave

Ciao a tutti! Oggi voglio parlare di sport estremi e di uno, in particolare, che viene chissà perché trascurato: la ricerca dei funghi. Non sottovalutate il tema, le cronache sono piene di incidenti nei boschi, di cercatori smarriti e ritrovati dopo giorni, di spedizioni di soccorso con gli elicotteri a sorvolare la zona e con i rocciatori del CAI imbragati tra i dirupi. E poi tra la moto e il porcino le sovrapposizioni sono tante: conosco molti piloti bergamaschi che alternano le uscite con la moto da Enduro alle spedizioni sulle prealpi con lo zaino da funghi, il mio amico Luca Cadalora conosce tutti i tipi di boleto dell'Appennino tosco-emiliano e vi sa dire il rispettivo nome scientifico in latino. Forse li insegnerà anche a Rossi. Il famoso fotografo Gigi Soldano dedica una intera settimana di ogni autunno alla ricerca dei porcini in Sardegna; una volta eravamo in Svezia per il GP, e insieme ne raccogliemmo almeno dieci chili, belli grossi e facili da trovare tra i pini e i laghetti intorno ad Anderstorp. Per poi scoprire che tra loro era nascosto un esemplare di quelli amarissimi chiamati "porcini di fiele"; tra gli abeti nascono spesso e ne basta uno per contaminare l'intera raccolta. Ricordo ancora che avevamo avvertito i colleghi: stasera gran cena a base di funghi nella hospitality Aprilia, si comincia con insalata di porcini crudi, poi risotto ai funghi e infine cappelle cotte alla brace. Due bocconi subito sputazzati e digiuno forzato.
 

Insomma, questo della ricerca dei funghi è un argomento che dovrebbe essere caro a molti di voi, anche perché spesso siamo stati proprio noi motociclisti, impegnati in qualche bel giro off-road, a ritrovare casualmente gli sventurati amanti del porcino e del finferlo che si erano smarriti nei boschi da giorni. Ma quello che oggi voglio denunciare è l'assoluto disinteresse delle autorità riguardo alla sicurezza di coloro che praticano questo sport che pure è estremo. Per noi un mucchio di obblighi e di limiti anche se facciamo del turismo con una asfittica Aermacchi 250 Wisconsin del '66, anche se andiamo soltanto fino al bar, per questi fungaioli invece niente di niente. Eppure nei boschi i pericoli sono tanti: anche trascurando i cinghiali e le vipere, che pure abbondano, anche ignorando che in Trentino si può incontrare l'orso e in Appennino il lupo, bisogna considerare l'alto rischio di scivolare su pendii molto inclinati, quasi sempre tra gli alberi fitti e tra le rocce. Il vero cercatore è geloso e diffidente, studia le fasi lunari e passa le informazioni sbagliate, mette le felci nel cestino a coprire il bottino, si nasconde dietro i castagni quando sente delle voci, e spesso arriva a spingersi dove gli altri non osano. Non è raro leggere di gente che si è cimentata con pareti quasi verticali, sull'orlo di burroni profondissimi pur di arrivare primi sul versante più promettente, e ogni anno si contano purtroppo diverse vittime. Cosa aspetta lo Stato ad intervenire? Il tesserino non basta! Propongo scarponi obbligatori con suola Vibram e ramponcini per scongiurare le scivolate, giubbotto catarifrangente, lanciarazzi e satellitare per farsi ritrovare dal soccorso alpino, e naturalmente siero antivipera e fumogeni antilupo. Poi certamente il casco obbligatorio, i guanti per avere grip sui tronchi, il paraschiena incorporato nello zaino da funghi (il cestino va vietato perché impegna sempre una mano) se non addirittura l'air-bag per rimbalzare tra gli alberi senza danni.
 

Perché mi scaldo così tanto sul tema? Perché la settimana scorsa sono scivolato nel bosco bagnato mentre cercavo i funghi, ho appoggiato la mano destra sul terreno, il mignolo si è incastrato in una radice, si è divaricato troppo e la prima falange ha ceduto. Non essendoci l'obbligo degli scarponi e dei ramponcini eccetera, sono stato indotto a sottovalutare il fatto che questo sport estremo è molto, molto insidioso. Altro che la moto.

 

 

Precisazione:
Vedo che qualcuno nei commenti non coglie l’ironia del mio pezzo sui funghi. Eppure mi pareva così evidente… E’ un gioco, è un’ipérbole, una esagerazione. Col pretesto dei cercatori di porcini volevo ironizzare sulla mole di regole, obblighi, divieti e gabelle che stanno addosso a noi motociclisti. Ho approfittato di un mio infortunio nel bosco, ho analizzato i rischi del cercatore di funghi come me, li ho ingigantiti ad arte, ho immaginato le contromisure che uno Stato potrebbe varare. Tanto per scherzare. Si può anche ridere, ogni tanto, o no?

Nico Cereghini

 

Nico Cereghini e i funghi
Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Ultime da News

Hot now