Nico Cereghini: “Pasolini e Saarinen morirono così”

Il GP di Monza del 20 maggio 1973 è passato alla storia per il tragico incidente che tolse la vita a Pasolini e Saarinen. In questo video la storia e la testimonianza del dottor Costa e di Roberto Gallina, ex pilota | N. Cereghini
16 maggio 2013

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Sono passati quarant'anni dal quel 20 maggio del 1973. A Monza va in scena il Gran Premio delle Nazioni, quarto appuntamento del campionato del mondo velocità. La giornata si apre con la gara del campionato italiano juniores 250, poi la prima corsa del Nazioni, la classe 50, vinta da Jan de Vries; seguono la 125, nella quale si impone Kent Anderson, e la 350 vinta da Giacomo Agostini dopo un bel duello con Renzo Pasolini.


La gara delle 250 vede in pole il finlandese Jarno Saarinen, campione del mondo in carica della 250 e vice campione nella 350 sempre nel 1972, mentre Renzo Pasolini, che nel 1972 è stato secondo nel mondiale 250 e terzo nella classe 350, porta al debutto la H-D raffreddata ad acqua. Una manciata di secondi e il dramma si consuma alla prima curva dopo il via. La moto di Pasolini perde aderenza all'ingresso della Curva Grande, il Curvone appunto, il campione romagnolo cade e nella carambola che ne segue cadono altri tredici piloti. Ad averne la peggio sono lo stesso Pasolini, 34 anni, e Jarno Saarinen, 27.
Su che cosa provocò la caduta di Paolini si sono fatte diverse ipotesi: olio in pista non segnalato, grippaggio del motore H-D di Pasolini, contatto fra piloti, asfalto rovinato.


La perizia richiesta dal tribunale di Monza, ed eseguita dall'ingegner Sandro Colombo, rivelerà il grippaggio dei pistoni Yamaha nei cilindri H-D; cilindri che furono modificati dal raffreddamento ad aria a quello ad acqua. Sarà il grippaggio l'innesco della caduta secondo l'inchiesta della Magistratura. Di sicuro la gravità del bilancio è da attribuirsi all'inesistente spazio di fuga e alle presenza del guard rail, all'epoca vicinissimo alla pista.
 

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