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Ciao a tutti!
Molti di voi cercano di aiutarmi, di incoraggiarmi in tutti i modi, ma io so di essere profondamente incoerente e credo che non ci sia niente da fare. Per esempio il sei cilindri. E’ stata annunciata una nuova moto grossa moto a sei cilindri in linea; e non so quando la vedremo da vicino, ma certamente prima o poi verrà anche per me il momento di parlarne e giudicarla.
Ebbene, a freddo, se uno mi chiede un parere sulla scelta di questa Casa europea che, in tempi di crisi profonda e di necessità di ridurre gli sprechi, sforna una 1600 da 160 cavalli così frazionata e costosa, mi sento di protestare.
Mi viene da dire che ancora una volta si esagera, che per fare del turismo basta una bella bicilindrica
Mi viene da dire che ancora una volta si esagera, che per fare del turismo basta una bella bicilindrica, perlomeno a me, e che penso davvero che due cilindri e 100 cavalli possano bastare a tutti, che non se ne sentiva la necessità, che nella gamma di questa Casa c’è già anche una quattro cilindri GT da oltre 160 cavalli, e c’è pure un’altra quattro cilindri sportiva da 193 cavalli che vince tutto in Superstock, e che questo nuovo modello forse non serviva neanche ai concessionari, che bla bla bla.
Ma poi già lo so come andrà a finire: quando la proverò mi dimenticherò di tutte queste belle e razionali considerazioni e mi entusiasmerò come un ragazzino.
Perché il sei cilindri è un motore eccezionale, e tutte le volte che l’ho incrociato me ne sono innamorato, dall’Honda CBX 1000 alla Benelli Sei, che è nata 750 e poi divenne 900; dalla Kawasaki Z1300 fino alla Laverda 1000 concepita per le gare dell’Endurance, l’unica con l’architettura a V, disegnata da Alfieri e Zen. Adrenalina pura, pelle d’oca anche solo a pensarci. E anche il sei cilindri attualmente in produzione, quello a sogliola della Gold Wing GL 1800, ha il fascino tutto particolare della dolcezza.
Perché il sei cilindri è un motore eccezionale, e tutte le volte che l’ho incrociato me ne sono innamorato
Gente, se non avete mai provato una sei cilindri in linea avete perso troppo. Preparatevi a godere sensazioni che non avete mai immaginato. La Benelli non era così perfetta, tre chili d’olio sulla ruota posteriore in una mia Milano-Roma di qualche anno fa, ma la Honda CBX, prodotta a cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta, era straordinaria. Larghina, certo, anche troppo; e non stabilissima sul veloce. Ma leggera, agile, precisa. E con un motore che frullava senza la minima vibrazione.
E con quel sound, unico ed entusiasmante. Parlo della naked, la prima, la vera, perché poi fecero anche la turismo che era pesante e non così bella.
Lo vedete? Parlo bene, bla bla bla, ma sotto sotto, quando parla il cuore, dice male.
Ascolta l'audio di Nico nel box in alto a sinistra.