Nico Cereghini: "Sarà una grande stagione davvero!"

Nico Cereghini: "Sarà una grande stagione davvero!"
Si dice sempre così, quando i giochi ripartono, ma questa volta scommetto che sarà spettacolo fin dal Qatar. Perché Marquez e Vale metteranno il sale sulla coda, anzi sul codone, di Pedrosa e Lorenzo | N. Cereghini
2 aprile 2013

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Ciao a tutti! Finalmente si riparte. Non se ne poteva più di chiacchiere e di polemiche, il risultato di ogni test letto come se fosse il Vangelo e sempre secondo le personali convinzioni. Rossi è andato piano? Bollito! E’ andato forte? Spariti i bollitori. E’ tutto scontato, i test servono principalmente per questo, per discutere, e il lungo digiuno di corse ha alimentato pericolosamente il solito teatro. Ma adesso è finalmente finita: domenica prossima si riparte dal Qatar.

Quasi ogni anno si dice la stessa cosa, cioè che sarà una grande stagione. E non so se questa volta sarà assolutamente vero, ma so che come minimo sarà più vero dell’anno scorso. Naturalmente rimpiangeremo Stoner e più che mai rimpiangeremo anche il Sic, perché due fenomeni come quelli ci mancheranno ancora per tanti anni; ma con Marquez e con Rossi, tanto per fare i primi due nomi, non ci annoieremo di sicuro. Checché se ne pensi, checchè come diceva Totò, un fatto è certo: Valentino torna tra i protagonisti. Che vinca o che non vinca –e io propendo per la prima possibilità- di sicuro darà un colpo di vivacità alla MotoGP che nel 2012 ci ha fatto dormire. L’ho già chiarito: massimo rispetto per Lorenzo e Pedrosa che l’anno scorso sono cresciuti tanto e sono andati fortissimo; però che noia, mai un duello, e soprattutto la diffusione della tesi che soltanto questa sia la MotoGP. Non ci credo, e alla vivacità di Marc e alla voglia di riscatto di Vale affido la mia contro-tesi: per conto mio, i colpevoli della mancanza di spettacolo sono soprattutto certi piloti di oggi.

Le motoGP sono difficili, questo è sicuro, ma la personalità di chi le guida conta anche di più. La moto -noi che ci facciamo migliaia di km lo sappiamo bene- sente chi la guida e sa cambiare il suo carattere in funzione del suo pilota. Ci avrete fatto caso, se vi è capitato di cedere alle richieste altrui: la nostra stessa moto dopo cinque minuti nella mani di un amico, benché fidatissimo, poi ci appare cambiata, i freni meno pronti, il cambio un po’ più duro. Sono sicuro che se presto la mia moto personale a Dani Pedrosa, per dire, mi torna indietro addormentata nell’erogazione.

Scherzo, naturalmente, ma un po’ ci credo. E al di là del quartetto che sulla carta prenota ogni podio -cioè Pedrosa, Marquez, Lorenzo e Rossi- sono molto curioso di vedere cosa combineranno appena più indietro Dovizioso e Iannone. Non mi aspetto niente di particolare dal Qatar e dalle prime corse dell’anno, perché la Ducati non ha ancora trovato la strada della sua vera evoluzione, però sono un grande estimatore del metodo e dell’intelligenza che il primo Andrea mette nel suo lavoro, e apprezzo la personalità e il talento del secondo Andrea; da quei due, ragazzi molto ambiziosi, potrebbe saltar fuori qualcosa di sorprendente. Dopotutto, se Stoner riuscì ad adattarsi magnificamente alla Desmosedici di un altro periodo storico, si può davvero escludere che possa succedere altrettanto con uno come Iannone? Non lo si può escludere proprio, e anzi lo si può sperare.

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