Nico Cereghini: "La scelta della prima moto"

Nico Cereghini: "La scelta della prima moto"
Una volta si partiva dalla 125. Oggi anche dallo scooter o dalla alte cilindrate. Ma credo che il vero motociclista voglia il cambio subito, e che la prima moto non debba essere pesante | N. Cereghini
18 gennaio 2011

Punti chiave

Ciao a tutti!
A un amico che mi chiedeva con quale moto suo figlio potesse cominciare, ho consigliato una media cilindrata vicino ai 600, sella bassa, guida facile, bicilindrica non troppo spinta. Ma quello ha protestato: il figlio vuole una supersportiva o, in mancanza, un maxiscooter. Sarà un modaiolo.

Una volta il percorso era tracciato. Si partiva dalla 125, enduro o stradale; poi si passava a una 350 o una 500 bicilindrica, tipo Morini o Guzzi, se non si diventava enduristi puri. E poi i più appassionati salivano anche oltre. Nelle corse era la stessa cosa: i giovani piloti prendevano la loro brava licenza e si iscrivevano al campionato italiano delle piccole, 50 o 125 al massimo.
Qualcuno restava lì tutta la vita, vedi il caso di Fausto Gresini che è diventato un superspecialista della 125: dodici stagioni e due titoli di campione del mondo. Altri, tipo il suo coetaneo Luca Cadalora, sono passati al più presto alla duemmezzo e poi alla 500. Come del resto Loris Capirossi, e poi Valentino Rossi, che hanno fatto tutta la trafila fino alla MotoGP. Ma adesso sta saltando il sistema. Nelle corse e sulla strada.
 

Io non consiglio lo scooter automatico a chi aspira a diventare un motociclista

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In fondo è giusto. Chi l’ha detto che la tradizione va rispettata? Una volta la Vespa era tipicamente operaia, la cosiddetta “motoleggera” pure, entrambe avevano le marce e si guidavano più o meno nello stesso modo. La differenza stava nel prezzo, a leggero favore dello scooter con il suo scomodissimo cambio al manubrio. Almeno non rovinava le scarpe. I fighetti compravano la spider, o nella migliore delle ipotesi –cioè se erano motociclisti- la bicilindrica inglese o la tedesca. Nel mezzo le macchine e le moto italiane più diffuse, ma neanche tanto diffuse. Mi avessero detto che lo scooter sarebbe diventato di moda, di sicuro mi sarei sbellicato dal ridere.

Però io non consiglio lo scooter automatico a chi aspira a diventare un motociclista. Rimango convinto che imparare presto l’uso del cambio sia per noi una tappa fondamentale. Ai più giovani consiglio dunque di cominciare la carriera con una bella monocilindrica a quattro tempi, magari da enduro se hanno le gambe lunghe. Diversamente è meglio una stradale, anche bicilindrica, con la sella più bassa possibile. Ma se uno è molto convinto, anche una naked a quattro cilindri può andar bene.

Di solito avverto che due sono le condizioni da rispettare per sentirsi abbastanza sicuri. La prima è appunto la sella vicina al suolo per poter appoggiare entrambi i piedi a terra; la seconda è di poter issare la moto sul cavalletto centrale. Naturalmente molte moto hanno anche (o soltanto) la stampella laterale. In questo caso invito a verificare la propria capacità di sollevare da terra la moto coricata. Già, come fanno in Giappone per il conseguimento della patente. Credo che, per essere davvero disinibiti sulla moto, sia molto importante sentirsi in grado di cavarsela da soli anche nelle peggiori circostanze.

E voi, con che moto avete cominciato? E che moto suggerite oggi ai neofiti che vi chiedono un parere?

Ascolta l'audio di Nico nel box in alto a sinistra