Nico Cereghini: "Scrivere messaggi mentre si guida…"

Nico Cereghini: "Scrivere messaggi mentre si guida…"
E’ una cosa gravissima nonché punita dalla legge. E ormai è una piaga. Eppure c’è una compagnia di assicurazioni che, con uno spot in tivù, tratta la questione con superficialità e con le parole sbagliate | N. Cereghini
8 gennaio 2013

Punti chiave

Ciao a tutti!
Gira in tivù da qualche tempo una serie di spot di una nota compagnia di assicurazioni. E uno di questi mi pare parecchio scorretto. Lo avrete visto anche voi: un esploratore un po’ sprovveduto attraversa la giungla a dorso di elefante e intanto, imprudentemente, scrive una lettera alla fidanzata lontana; tutto preso dalla romantica operazione, si disinteressa della marcia e lascia che l’elefante segua la guida indigena, fino a che succede quello che doveva succedere: un ramo più basso degli altri lo colpisce alla testa e lo scaraventa, dopo uno spettacolare rimbalzo sul deretano del pachiderma, giù tra le frasche. A questo punto lo slogan suona così: “Scrivere messaggi mentre si guida può causare incidenti. Noi ti assicuriamo al meglio, a proteggerti pensaci anche tu!”.

Scrivere messaggi mentre si guida è pericolosissimo, non si deve assolutamente fare, è vietato dalla legge!

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Come sarebbe a dire?! Scrivere messaggi mentre si guida è pericolosissimo, non si deve assolutamente fare, è vietato dalla legge! Altro che “può causare incidenti” e “pensa a proteggerti”!
Non è ammissibile che si confonda un gesto così grave –punito con 152 euro di multa, 5 punti in meno sulla patente e anche la sospensione in caso di recidiva nel biennio- con una qualsiasi imprudenza domestica

E dico questo perché in un altro spot della stessa compagnia c’è un altro tipo che attiva un enorme interruttore elettrico stando con i piedi a mollo nell’acqua; lui prende la scossa e lo slogan conclusivo è lo stesso. A me sembra molto grave che la guida con il cellulare alla mano sia trattata alla stessa stregua di una disattenzione. E non lo dico per moralismo. Intanto si tratta di una pesante infrazione al codice della strada; e poi c’è gente che ha perso la vita, per colpa di un guidatore impegnato col telefonino. Sappiamo di vittime tra i pedoni, tra gli automobilisti, i ciclisti e i motociclisti.
Ed è una piaga che noi conosciamo bene, perché questi telefonisti al volante li vediamo dappertutto, in autostrada come in città: non si guardano intorno, rallentano di colpo, non mettono le frecce quando cambiano direzione. Tanto che siamo costretti allo strabismo, per studiare dentro ogni macchina le intenzioni del suo guidatore e contemporaneamente sorvegliare dove girano le ruote anteriori. Il fenomeno dilaga, e in una città come Milano un automobilista su tre sta telefonando, ci si potrebbe scommettere, e noi rischiamo la pelle ogni giorno.

Uno slogan come quello è troppo tenero.
Quasi comprensivo. Come dire “tu fai pure, sei un birbante e dovresti stare più attento; ma con noi sei ben assicurato”. Almeno a me pare così.
Le parole hanno una grande importanza, e di fronte ad un problema così vasto da diventare una vera e propria piaga sociale mi pare che sia ancora più importante dire le parole giuste.
Sono un fissato o siete d’accordo con me? E allora, chiediamo alla compagnia in questione di cambiare lo slogan finale con una comunicazione più corretta?


Nota della redazione:


Come Nico, anche gli altri della redazione di Moto.it si spostano a Milano con le due ruote (moto, bici o scooter che sia). E siamo tutti testimoni del dilagante - e pericolosissimo - malcostume di molti automobilisti. Per questo vi mostriamo nuovamente il video realizzato dal governo inglese. Può urtare la sensibilità dei lettori, ma vi invitiamo ugualmente a guardarlo e a riflettere sulla pericolosità della scrittura degli SMS (ma anche di e-mail e quant'altro) al volante.
Non usiamo il cellulare alla guida e esortiamo gli altri a fare lo stesso.