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Ciao a tutti! Quando i ricordi della gioventù hanno mezzo secolo o giù di lì, è fatale che si diventi un po’ retorici. Ma nostalgici no, ed ecco un’occasione per ribadire una volta di più che l’oggi, a mio modo di vedere, è per tanti versi migliore del passato.
Ecco una foto che ho pubblicato pochi giorni fa sulla mia pagina FB. La griglia della 500 a Imola nel GP delle Nazioni, quarta gara del mondiale 1977. In pole c’è Barry Sheene, mattatore di quella stagione con la Suzuki, e con lui in prima fila vedo Lucchinelli, Bonera, Baker e Rougerie. In seconda fila Toracca, Agostini, Hennen e Coulon. Apre la terza fila Ferrari, poi Estrosi e, tra Van Dulmen e Findlay, col tredicesimo tempo e il numero 27 ci sono io, piegato sul lato sinistro della moto a controllare chissà cosa. Dietro vedo Mang, Newbold, George, Hartog, Graziano Rossi, Lansivuori, Rolando… un mucchio di gente, c’erano 41 iscritti per 30 partenti.
Trenta partenti nella top class, con tre Yamaha e ben ventisette Suzuki. Dominavano i giapponesi anche in 250 e 350, con la Yamaha, mentre in 125 era Morbidelli a riempire la griglia e la 50 era la classe più combattuta con Kreidler opposta a Bultaco, Derbi e tante realizzazioni artigianali.
Ogni tanto vale la pena di guardarsi indietro. Per ricordare sì Morbidelli che quell’anno vinse il titolo della 250 con Lega e la 125 con Bianchi, l’Harley Davidson di Schiranna che usciva dall’età dell’oro con Villa, la Bimota che faceva i migliori telai. Ma anche per sottolineare che nella classe maggiore non ce n’era, i giapponesi erano assolutamente inarrivabili e lo sarebbero restati ancora a lungo: per trent’anni addirittura, fino al 2007. Ed era una cosa così normale che nessun appassionato italiano protestava.
Adesso che la Ducati domina la MotoGP con costanza, ricordiamoci quanto abbiamo penato per arrivare in alto. O per ritornarci: perché negli anni Cinquanta erano le case italiane a dettar legge, e nella 350 e 500 la MV Agusta ha regnato fino alla metà degli anni Settanta.
Per la cronaca, quella fu una gara lunga: 30 giri per 151 km. Vinse Sheene, ma Ferrari e Toracca gli stettero addosso fino alla fine. Io mi dovetti fermare per un problema tecnico: lottavo con Findlay, Lansivuori e Parrish (tutte Suzuki) per finire nei dieci, poi Jack Findlay cadde alla Piratella e lo salvarono per miracolo intubandolo a bordo pista. Sì sì, bei nomi, belle gare, ma sicurezza zero.