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Il problema è drammatico: in questi ultimi giorni abbiamo registrato una scia di gravissimi incidenti stradali a Milano, incidenti che hanno coinvolto pedoni e ciclisti con due vittime e due feriti gravi. L’ultimo episodio ha visto un motociclista travolgere, in pieno centro, una ragazza di 26 anni che attraversava fuori dalle strisce pedonali. Sarà importante stabilire la dinamica precisa e la velocità della moto, la ragazza ha battuto violentemente il capo sull’asfalto, il motociclista non ha patito danni.
Viene spontaneo pensare: se ci sono testimoni oculari, e soprattutto se esistono le telecamere, si potranno stabilire le responsabilità precise. Diciamolo: telecamera è diventata la parola magica, il viatico, la panacea, l’antidoto al quale affidarsi. Da anni ormai anche a Milano si moltiplicano le telecamere: in qualche caso sono servite a perseguire i reati, ma gli incidenti diminuiscono? Pare proprio di no.
La nostra sensazione è precisa: sul tema della sicurezza delle nostre strade sembra mancare una vera strategia. Purtroppo, aggiungiamo subito. Partiamo dalle ciclabili. Le vediamo nascere e spesso morire dopo pochi mesi, i modelli di riferimento cambiano in fretta, gli incroci e le precedenze sono poco chiari, i ciclisti scoprono che la segnaletica non c’è, la visibilità per le auto che svoltano è compromessa dai veicoli in sosta. Pare tutto piuttosto pasticciato.
Qualche volta sembra addirittura che per le due ruote, al di là delle rassicurazioni, ci sia a Milano una specie di avversione. Anche per quelle a motore. Capita che i pochi parcheggi per le moto e gli scooter (come in zona piazza della Scala) nei nuovi progetti spariscano e non siano rimpiazzati. Le multe fioccano se osi parcheggiare sul marciapiedi, anche larghissimo, e le buche restano per mesi nonostante le segnalazioni.
Si naviga a vista? Parrebbe di sì: a Parigi, dopo attente valutazioni, hanno deciso di stoppare i monopattini in sharing, da noi chissà. Nella centralissima piazza San Babila, per fare un esempio concreto, qualcuno ha deciso che devono girare i bus turistici ed è il caos, perché mancano le misure necessarie. E chi circola la sera in città lo vede bene: Milano è una vera giungla, parcheggi selvaggi su ciclabili e marciapiedi, rumore, velocità, il peggio.
Oggi, sembra evidente, le amministrazioni comunali si affidano alle telecamere con l’obiettivo di migliorare, con la sicurezza, anche i bilanci economici del comune. Sul secondo tema, come dicono le cronache, il successo è garantito. Ma sul primo pare proprio di poter dire che non ci siamo affatto.
Come ne usciamo? Il discorso è molto complesso e (si dice) ben poco popolare persino dentro il Corpo della Polizia Municipale o Locale che sia. Personalmente non vediamo che una strada, una strada obbligata: serve che i vigili urbani tornino a farsi vedere sulle nostre vie. In divisa e in borghese, come una volta. Per scoraggiare gli incivili (che sono in tragico aumento) e colpirli subito sul fatto. E anche per rappresentare il simbolo vivente, fisico, visibile della legalità. L’occhio della telecamera ok, può servire. Ma i due occhi dell’agente della Polizia Locale valgono molto di più.