Nico Cereghini: “Si possono fermare i delinquenti stradali?”

Nico Cereghini: “Si possono fermare i delinquenti stradali?”
Il dramma della giovane donna uccisa a Napoli da un motociclista che impennava ad alta velocità evidenzia il crescente disprezzo delle regole e degli altri. Carenza di controlli, certo, e le telecamere non bastano. Dobbiamo ripartire dal luogo deputato alla formazione: la scuola
5 settembre 2022

Ciao a tutti! La tristissima vicenda della giovane donna travolta e uccisa a Napoli da un motociclista folle, che correva e impennava sul lungomare di via Caracciolo, è di quelle che lasciano senza parole. Elvira Zriba, così si chiamava la vittima, aveva 34 anni: all’una di notte aveva appena finito il suo turno di cameriera in uno chalet di Mergellina e attraversava la strada; il motociclista arrivava a tutta velocità e dopo aver investito la ragazza è rovinato contro le auto in sosta riportando diverse fratture. Non sarebbe in pericolo di vita.

Un dramma, una famiglia nella disperazione: la madre di Elvira aveva già perso un figlio di 36 anni soltanto otto mesi fa, dopo quattro giorni di agonia, travolto da un pirata della strada nel quartiere Pianura, sempre a Napoli, mentre circolava in bicicletta. Due ragazzi, due figli tragicamente perduti da una parte, dall’altra parte due delinquenti. Non saprei come definirli altrimenti.

Verrebbe la tentazione di concludere, come ha fatto qualche nostro lettore nei commenti alla notizia, che “in Italia ci sono regioni e città senza legge e senza controllo, dove i cittadini passano serenamente davanti alle forze dell'ordine senza casco, senza cinture, con i bambini senza seggiolini e magari anche in tre su moto o scooter e nessuno alza un sopracciglio”. Qualcuno tra i lettori alla fine si chiede: “Dove sono i controlli? Bisognerebbe iniziare a sanzionare chi ha il dovere di vigilare e non lo fa!”.

Controlli. Possiamo semplicemente prendercela con chi dovrebbe far rispettare le regole? In qualche caso particolare sì, ed è anche vero che nelle vie delle città italiane le forze dell’ordine si vedono sempre meno. Ma per cominciare sgombriamo il campo dai luoghi comuni: anche a Milano può capitare ciò che succede a Napoli. Leggo sul Corriere del 3 settembre la protesta di un cittadino residente in zona San Siro, nome e cognome: “da mesi, tutti i giovedì sera, centinaia di motociclisti corrono sui viali a tutta velocità... Abbiamo chiesto dei dissuasori di velocità, qualsiasi cosa possa rallentare queste corse e noi si possa attraversare la strada… ma a parte sporadici controlli della Polizia (peraltro senza effetti) il nulla”.

Con i controlli non si risolve il problema. Nemmeno decuplicando gli effettivi delle forze dell’ordine si arriverebbe a fermare chi non rispetta le regole. So di non dire cose nuove, ma ripeterle non fa male: serve autodisciplina, occorre imparare e poi osservare il rispetto degli altri e della legalità. Si deve partire dalla scuola: è stata reintrodotta l’educazione civica (educazione stradale teoricamente compresa) tra le materie di insegnamento della scuola secondaria di primo grado - le medie, insomma- ma senza la convinzione necessaria. Bisogna fare di più, mettere la “cultura del rispetto” tra le materie centrali dei programmi. Le nuove generazioni devono essere migliori della nostra. Se vogliamo essere una società civile e se non è già troppo tardi. 

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