Nico Cereghini: “Sul limite a 30 orari scoppia la rissa. E non aiuta”

Nico Cereghini: “Sul limite a 30 orari scoppia la rissa. E non aiuta”
Un tema così importante, che coinvolge la salute pubblica, la mobilità e il lavoro, dovrebbe essere risolto con equilibrio. Una cosa non facile: sono già tanti e divisivi gli interessi in gioco, e se poi ci infiliamo dentro anche quelli elettorali...
22 gennaio 2024

Ciao a tutti! A Bologna hanno raccolto le firme e anche fatto un referendum sul Resto del Carlino: il limite di velocità a 30 orari è stato bocciato dalla maggioranza dei cittadini, 79 per cento contro un misero 21 per cento che approva la scelta dell’Amministrazione. Il risultato non mi sorprende, oggi domina l’individualismo spinto... e davanti a quesiti di questo tipo il pensiero si riduce a: “mi conviene o non mi conviene?”.

Le misure come queste, che coinvolgono tutti i cittadini, andrebbero discusse e meditate con calma. Sono in gioco la salute pubblica, la mobilità, il lavoro, temi fondamentali. E invece scoppia subito la rissa. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, assicura: si è mosso in base alle statistiche, alle esperienze nelle grandi città estere, agli studi superpartes. Magari avrebbe potuto coinvolgere e preparare meglio la sua città, ma una cosa è certa: non insegue vantaggi personali, semmai rischia di perdere consensi.

E il ministro Salvini dà battaglia. Sorprende un po’ che proprio il grande paladino delle strade sicure, quello che vuole l’inasprimento delle pene e chiede la galera per chi usa il cellulare alla guida e mai più la patente che per chi si mette alla guida ubriaco… Proprio lui adesso si oppone e minaccia di togliere l’autonomia ai sindaci.

Il mio pensiero? Il limite dei 30 orari in città può risolvere il gravissimo problema delle troppe vittime, soprattutto pedoni e ciclisti. Dunque è magari un sacrificio per alcuni, ma ha senso e nei centri storici va allargato, definiamo insieme dove. Sull’altro piatto della bilancia ci sono due negatività: i tempi un po’ si allungano (poco), l’aria peggiora perché si sta più lungo nel traffico e si inquina di più (anche se l’obiettivo è di spingere tanti cittadini verso i mezzi pubblici e le due ruote).

Parliamone. Ecco dove servirebbero i famosi “tavoli” del ministro Salvini. Bisogna mettere a confronto gli interessi di parte - che sono sacrosanti ma fino a un certo punto - con il supremo interesse collettivo: proprio quello che il Ministero di Salvini dovrebbe rappresentare…

E però, ancora prima, facciamo rispettare il limite dei 50 all’ora oggi in vigore. Troppa gente sfreccia in città impunemente con ogni tipo di veicolo. Sono veri delinquenti, che non vengono pizzicati perché non si possono avere telecamere a ogni incrocio, è ovvio, e anche perché la Polizia Locale non si vede più a controllare le strade.

A Bologna gran dispiegamento di forze in divisa, nei primi giorni dell’introduzione delle multe. Giusto, anche per dare un segnale concreto alla cittadinanza. Ma poi sappiamo tutti che tantissimi di quei vigili non li vedremo più. Se a Milano, come a Roma o a Torino, non facciamo rispettare oggi il limite dei 50 all’ora, cosa servirà ridurlo a 30 domani?  

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