Nico Cereghini: "Tutti all’EICMA per dimenticare i guai"

Nico Cereghini: "Tutti all’EICMA per dimenticare i guai"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Per esempio l’assicurazione: paghiamo più di tutti in Europa e adesso capiamo perché. Il caso Fonsai: con i nostri soldi se la spassano i finanzieri e i politici. E' puro qualunquismo, meglio correre al salone… | N. Cereghini
  • Nico Cereghini
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5 novembre 2013


Ciao a tutti! Volevo scrivere l’editoriale sulle assicurazioni, ma soprassiedo, perché c’è da farsi venire il sangue amaro e invece voglio correre in allegria verso l’Eicma. Il fatto è che sabato scorso un amico che sta a Lugano mi raccontava dei suoi costi per l’auto e la moto; mi diceva che la targa è unica per le sue due moto, la tassa di circolazione è bassissima, e l’assicurazione costa circa la metà di quanto paghiamo noi. Quando eravamo due ventenni, e lui stava già nel Canton Ticino, la polizza per la sua Aermacchi era cinque volte più costosa della mia per una Morini. Come cavolo siamo diventati così esosi?

Volevo parlare, appunto, di queste abnormità ma preferisco rimandare e dedicarmi al salone, come si chiamava una volta. Perché il rischio è di diventare qualunquisti, si dovrebbe indagare negli intrecci tutti italiani tra finanza e politica. Lo abbiamo letto sui giornali anche in questi ultimi giorni: in sintesi, una compagnia affermata e solida come Fonsai non aveva nemmeno i fondi per le liquidazioni sinistri, è saltato fuori un buco di diverse centinaia di milioni di euro. E allora arrivano le banche a salvare la società, le stesse banche che sono in estrema sofferenza e non fanno credito ai privati, quelle banche che salviamo noi con le tasse perché se saltano è ancora peggio. E dietro a queste grandi compagnie come Fonsai ci sono evidenti collusioni con la politica, con finanzieri banchieri e politici che se ne vanno allegramente insieme verso la (loro) prosperità. A scapito nostro.

Ci sarebbe da sbroccare, invece c’è l’Eicma, che è meglio
. Sì, perché abbiamo anche letto che, per far uscire dal carcere una signora che era al vertice di quel gruppo, si è utilizzata la tesi che la suddetta non poteva restare in cella, perché era abituata a un tenore di vita altissimo e per questo soffriva molto più degli altri carcerati. Che sfiga: era troppo ricca. E noi andiamo al salone, ci andiamo in tanti, ogni anno il numero dei visitatori cresce anche se calano di brutto le vendite delle moto. Per forza, i nostri soldi sono finiti nelle tasche di quella gente lì: banchieri, finanzieri e naturalmente i politici, che sapevano tutto ma hanno avuto una bella convenienza a tacere.

Andiamo in fiera a Rho a riempirci gli occhi, a svagarci un po’, perché i sogni –almeno quelli- ce li hanno lasciati. Senza avere la minima idea di come usciremo da questa crisi. Perché le soluzioni sono soltanto due: o salta fuori una nuova classe politica diversissima da quella vecchia, oppure consegniamo il nostro Paese chiavi in mano a una gestione straniera. Si tratta soltanto di decidere se sarà la Germania, che già si è comprata mezza industria italiana, o magari la piccola ma efficientissima Svizzera che non dissangua i suoi cittadini.

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