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Ciao a tutti! Pochi giorni fa mi è capitato di incontrare due numeri Uno assoluti del nostro mondo. Uno vicino all’altro: Giacomo Agostini mitico quindici volte campione del mondo e Lino Dainese fondatore della omonima azienda. Due star mondiali, il campionissimo della moto da corsa e il cultore della protezione dell’uomo. Due innovatori, gente capace di vedere oltre il presente e di immaginare il futuro.
Esagero? Niente affatto. Ago è stato il primo, vero professionista della moto: il primo pilota a curare a fondo la forma fisica e la dieta alimentare stabilendo orari e rinunce, il primo a “coltivare” la sua moto raccogliendo gara per gara le note sui suoi quadernetti. Pignolo, Mino arrivò al punto di pretendere il nastro avvolto sulle manopole fino al momento della partenza, affinché la pulizia fosse certificata. Fu il primo anche a considerare gli sponsor non come mecenati ma come partner alla pari, con cui crescere. Insomma, seppe guardare oltre i suoi tempi.
Lino Dainese ha saputo farsi delle domande quando il concetto della sicurezza non esisteva: fin dai primi anni Settanta, quando le corse mietevano una vittima quasi ogni domenica, quando sulle strade italiane contavamo oltre diecimila morti all’anno. Lino si è chiesto come proteggere il pilota e poi anche il motociclista comune: ha evoluto le tute in pelle, ha inventato le protezioni iniziando dal paraschiena, poi anche l’aria.
Da anni ormai le soluzioni nate per il motociclismo sono utilizzate e diffuse anche nello sci, nel ciclismo, nell’equitazione. Oggi, ceduta la Dainese, Lino va avanti con il suo D-Lab: immaginando, sperimentando e trovando soluzioni anche per l’edilizia, i militari, gli anziani, l’infanzia. Proprio in questi giorni riceverà a Roma il “Premio dei premi per l’innovazione” per il suo WorkAir, che è la protezione dei lavoratori che lavorano in altezza.
E’ stato bello vederli insieme e ascoltarli. Sono due persone sempre interessanti e brillanti. Tanti i ricordi e gli aneddoti, raccontati con la leggerezza dei grandi: il primo e storico incontro, Dainese intimidito dal campionissimo; l’amico comune Gino Amisano e il suo primo AGV integrale, che Ago provò sulla pista di Spa (con medie oltre 200 orari) troppo voluminoso quando il pilota uscì dal cupolino alla prima staccata.
Negli anni Sessanta la prima tuta in pelle di Ago, rigorosamente nera e di produzione britannica come il casco e gli occhiali, “pesava poco più di un chilo”. C’era la coscienza del pericolo? Macché, si pensava semplicemente che le corse in moto erano sempre state così: molto pericolose, si poteva soltanto prendere o lasciare.
Lino ha ricordato che tanti piloti, in passato, guardavano all’innovazione con sospetto: all’inizio “lo stesso Kenny Roberts respinse il paraschiena” e fu una brutta caduta di Spencer a Kyalami - con un fortissimo impatto della schiena contro un cordolo e nessun danno- a convincere i più scettici.
L’incontro si è chiuso con il sorriso: oggi il D-Lab di Lino Dainese sta mettendo a punto, tra gli altri, il dispositivo che può salvare gli anziani dalle peggiori conseguenze delle cadute in casa. “Prenotato!” E’ stato il commento, all’unisono, di Ago e del sottoscritto…