Nico Cereghini: “Ventisei motoambulanze”

Nico Cereghini: “Ventisei motoambulanze”
La moto arriva dove altri veicoli devono arrendersi. Noi lo sappiamo bene, e lo sanno anche quelli di Medici con l’Africa. Ventisei moto pronte a partire per Sierra Leone e Sud Sudan, per il soccorso alle popolazioni più disagiate del pianeta
9 aprile 2019

Ciao a tutti! Fine settimana “normale”, con Álvaro Bautista e Jonathan Rea che ad Aragón fanno nove su nove in SBK, mai successo; con qualche sfortunato fuoristradista pizzicato e multato sui sentieri dalla Forestale sulle colline livornesi, e purtroppo –andando ben oltre - con ancora troppi incidenti sulle strade asfaltate. La notizia che decisamente mi risolleva il morale arriva dal Veneto, e precisamente da Padova: ventisei motoambulanze sono pronte a partire per l’Africa.


E’ una bella storia che ho scoperto sui quotidiani locali. Tutto nasce grazie all’associazione “Medici con l’Africa-Cuamm”, di cui non avevo mai sentito parlare, ma che è una organizzazione italiana che si spende, fin dagli anni Cinquanta, per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. L’ultima campagna aveva un bellissimo titolo: “Mettiamoci in moto”; si trattava di acquistare una serie di motociclette destinate alle aree più depresse della Sierra Leone e del Sud Sudan, per agevolare gli interventi degli operatori sanitari locali.


“In quei Paesi – afferma il direttore dell’associazione don Dante Carraro sul sito del Mattino - ci sono zone molto svantaggiate, dove una popolazione di trecento o addirittura quattrocentomila persone può contare su un solo ospedale, oltre ad alcuni operatori sanitari sparsi sul territorio. Ci sono famiglie che per raggiungere l’ospedale non hanno alternative, possono soltanto andarci a piedi, e il viaggio può anche durare tre o quattro giorni. Le moto sono un mezzo versatile e agile, che arriva dove le ambulanze non arrivano: possono raggiungere i posti più lontani e sperduti per recuperare bambini malati, uomini infortunati, anche donne in gravidanza. Saranno quegli operatori periferici a ricevere queste moto, molti di loro sanno guidarle. E’ un’idea semplice e che funziona, avallata anche dalla linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: collocata nel contesto giusto, può fare tanto”.


La raccolta fondi, con l’aiuto della stampa locale (e del Marco Polo Team), ha fruttato ben 65.000 euro. Sufficienti per l’acquisto di ventisei moto. La generosità dei Veneti è stata notevole: non saranno moto nuove, evidentemente, non saranno tutte BMW GS, ma d’altra parte non stiamo parlando di deserti, di dune e di piste dakariane, quasi dappertutto le strade ci sono, anche se spesso in cattivo stato. E’ stato calcolato che con una media di 2.500 euro si poteva assicurare l’acquisto e un minimo di manutenzione per ciascuna delle moto, di piccola e media cilindrata. Speriamo che tutto funzioni bene. Al trasporto pensa il Cuamm.


E’ una cosa piccola, naturalmente, niente di risolutivo. Però ugualmente mi sono sentito orgoglioso di essere un motociclista, di essere uno che guida la moto, l'ama e la racconta. Comunque la pensiate, indipendentemente dalle personali convinzioni religiose o politiche, dovrete ammettere che dietro alle poche iniziative benefiche serie c’è spesso un uomo di chiesa, un religioso. E in questo caso concordo con il sindaco di Padova Sergio Giordani: “Sono in tanti a pontificare, a dire come si dovrebbe fare, a spiegare. Il Cuamm, invece, fa. Questa è la differenza sostanziale”.

Nico Motoambulanze
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