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Ciao a tutti! “I ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti”. Queste, qualche giorno fa, le parole di Vittorio Feltri, direttore editoriale de Il Giornale e consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Una provocazione, certo: il famoso giornalista bergamasco, classe 1943, ama lanciare bombe di questo tipo e poi magari precisare: “Io detesto le piste ciclabili - ha detto - perché hanno strozzato il traffico di Milano; pertanto, quando un ciclista viene travolto e ucciso, non è che sono contento”.
Ma le parole hanno un peso e non basta che Feltri corregga il tiro. Le parole offendono, i familiari delle vittime giustamente si indignano, l’opposizione regionale chiede le sue (doverose) dimissioni. Cose di questo tipo non si si possono ascoltare, figurarsi se vengono pronunciate in pubblico da una figura, diciamo così, istituzionale… Eppure.
Eppure non c’è limite al peggio: chi frequenta i social sa che questo tipo di pensiero folle, questa avversione nei confronti dei ciclisti in particolare, appare da tempo in molti commenti e in tante discussioni avvelenate. L’odio sociale cerca spazi crescenti e li trova facilmente in Rete: i ciclisti ormai, per molti odiatori di professione, sono quelli che viaggiano affiancati quando dovrebbero pedalare in fila indiana, quelli che corrono sui marciapiedi e sulle strisce pedonali e che non rispettano i semafori. Tutti così, nel parere di molti.
Naturalmente, come per ogni altra categoria, anche tra i ciclisti c’è chi rispetta le regole e chi no. E purtroppo - come succede anche alla nostra, di categoria - il numero di coloro che non rispettano niente e nessuno è in progressivo aumento. E’ anche vero che a Milano, come lamenta Vittorio Feltri, la realizzazione delle piste ciclabili sembra svilupparsi senza un preciso criterio, senza risolvere i problemi di sicurezza e rallentando il traffico delle auto e dei mezzi pubblici, ma in questa giungla che sta diventando ogni metropoli tutto ci serve. Tranne i provocatori che eccitano gli animi meno equilibrati.
Una nota a margine, per concludere. Se la città sta diventando ingestibile -e vedi ciclisti che corrono sui marciapiedi e monopattini che trasportano due persone e automobili parcheggiate dove capita e scooter che passano col rosso - è perché stiamo diventando un popolo di incivili, ok. Ma accade anche perché i vigili in strada sono di fatto spariti. Polizia Locale, pardon. Oggi chi se ne frega di tutte le regole sta vincendo alla grande ed è impunito. E perdiamo tutti noi.